Covid, il direttore della Anestesia-rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo ha rilasciato una intervista al ‘Corriere della Sera’ dove ha parlato del virus
Per Alberto Zangrillo non ci sono più dubbi: il Covid è clinicamente morto. Almeno da un bel po’ di mesi. Tanto è vero che lo ha confermato in una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘. Molte le informazioni del direttore della Anestesia-rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano. Il medico, ci ha tenuto a ribadire, che nel corso di tutto questo tempo ha passato mesi a cercare di rincuorare ed informare i pazienti. Ammettendo di peccare dal punto di vista etico e morale, tanto da ammettere: “È venuto meno il prendersi carico del paziente che dovrebbe restare al centro della nostra professione, in qualsiasi circostanza“.
Non solo: “Sono mancati i servizi sul territorio, vicini alle persone. Non voglio parlare male dei medici di famiglia, alcuni dei quali hanno lavorato benissimo. Però non trovando ascolto i cittadini hanno avuto come unico punto di riferimento i Pronto soccorso. Il rapporto medico-paziente è saltato. Ci siamo dimenticati di curare le paure e i timori delle famiglie che hanno visto la nostra figura diventare impotente. Poi l’informazione spettacolarizzata ha fatto il resto“.
Altro che passo indietro o qualcosa che non rifarebbe: Zangrillo fa sapere che rifarebbe tutto quello che ha effettuato. Soprattutto da alcune sue dichiarazioni, rilasciate nel maggio del 2021, quando aveva dichiarato che la malattia era clinicamente inesistente. Anche perché, proprio in quella fase, lo era. “Di solito i medici si riferiscono a ciò che osservano sul campo. Io sul campo osservavo che la malattia non era grave come nei mesi precedenti. Quando c’erano motivi di allarme sono stato però fra i primi a prendere iniziative. Per me il virus è morto“.
Non è finita qui visto che, sempre nel corso dell’intervista, ha anche annunciato che non indossa più la mascherina. Non solamente quando è all’esterno dell’ospedale in cui lavora, ma soprattutto all’interno. Da ben sei mesi che non indossa la protezione. Anche se qualcuno lo guarda “strano”, ma tutto questo non gli importa. La considera (oggi) un qualcosa di inutile. Come inutili sono state le cose effettuate in questi anni. Un esempio su tutti? L’eccesso e la corsa ai tamponi.