Lo chef Jubany si sofferma su un argomento importante che riguarda il lavoro gratis degli stagisti nelle cucine: ecco cosa ne pensa.
Come per tanti settori, anche quello della ristorazione non è da meno e al suo interno, sembrano essere in molti gli stagisti che lavorano anche per un solo periodo e che non ricevono nessun tipo di ritorno economico. Ad avere parlato di questa situazione è stato lo chef stellato Nandu Jubany.
Si tratta di uno degli imprenditori più famosi del momento che oltre al suo lavoro già all’attivo, ha già firmato un libro ed è pronto a lanciare nuovi ristoranti ad Andorra, Sotogrande e Formentera insieme a Lionel Messi.
“Parliamo degli stagisti. Frequentare un corso da Esade costa 30mila euro. Ma il Noma può insegnarti molto di più, ti darà curriculum e visione, gratis. Qualcuno mi darà del negriero, ma quanti ristoranti ci sono come quello? Nessuno. Bisognerebbe pagare per entrarci. Per un master negli Stati Uniti, si paga. A me non sembra male, nessuno è obbligato ma fanno la coda. Io per esempio ci andrei” queste le sue parole.
Non sembra davvero vederci nulla di strano lo chef Jubany che parla appunto della situazione in cui si trovano moltissime persone che tramite degli stage, si trovano costretti a lavorare nei ristoranti senza nessun tipo di ritorno economico.
“I successi però non vengono da soli, nessuno ti regala niente. E se lo fa, occorre attenzione. Si vince essendoci ogni giorno, credendoci, ostinandosi, lavorando molto, circondandosi di persone capaci. Non è che sono stato toccato da una bacchetta magica e so fare meglio degli altri. Si tratta di ripetere, migliorarsi, cercare la perfezione” confessa lo chef nella sua intervista e aggiunge: “Siccome la casa è solida, è sempre più difficile che qualcosa vada storto. E la cosa migliore è che nessuno può dirmi cosa fare, visto che sono io il titolare. Non avendo soci, non devo spiegazioni. Non sono un gruppo, sono una famiglia. Perfino gli ostacoli, in questa chiave, sono diventati opportunità”.
Il suo pensiero è infatti riferito al periodo del Covid, è certo del fatto che la pandemia abbia permesso a moltissime persone di fermarsi a pensare che cosa volessero davvero dalla vita e come potessero fare per costruire e ricercare una vita migliore, anche con tanti sacrifici.