La risposta della premier a chi sostiene che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse: “Una menzogna che intendo chiamare con il suo nome. La libertà ha un prezzo”
La premier Giorgia Meloni ha affrontato una lunga serie di temi nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. A partire dal “primo banco di prova”, quello relativo al tema dell’immigrazione e “a cui il nostro governo ha ottenuto che venisse dedicata gran parte del Consiglio straordinario di febbraio. Una emergenza che sta diventando strutturale, questa definizione è la più realistica fotografia“.
Il primo ministro italiano ha sottolineato anche che l’appuntamento europeo servirà a ribadire il concetto che “l’Italia vuol tornare a essere una nazione protagonista nel contesto europeo per fare la sua parte nel rafforzare la casa comune europea“. In tal senso vanno anche viste le sue dichiarazioni in merito alla necessità di avere un unità da parte dell’Unione Europa di fronte all’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina: “Il popolo ucraino sta difendendo anche i valori di libertà e democrazia su cui si fonda la nostra civiltà e le finalità stesse del diritto internazionale, senza cui sostituiremmo la forza del diritto al diritto del più forte“.
A seguire il suo appello è stato esteso anche alla politica domestica: “Criticate ferocemente il governo, me, le scelte che facciamo, i provvedimenti, le nostre eventuali mancanze ma, vi prego, fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia, perché questo fa la differenza“.
Giorgia Meloni ha poi proseguito, prendendo fortemente posizione e ricevendo grandi applausi da parte del Senato: “Noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. Raccontare agli italiani che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome“. Per la premier italiana si tratta infatti solo di una “propaganda puerile“: “Questo governo è abituato a difendere l’interesse nazionale: non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale. La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo“.