Utero in affitto: esistono vari tipi di contratto da prendere in considerazione: base, plus e vip. Ecco quale sono le differenze.
Continua ad essere un argomento all’ordine del giorno che come sempre divide maggioranza e opposizione del governo italiano, stiamo parlando dell’utero in affitto o per essere ancora più chiari la maternità surrogata.
Per chi non sapesse di che cosa stiamo parlando, si tratta di una prestazione di una terza persona dopo una richiesta formale presentata da parte di una delle due persone che vogliono avere un figlio, la richiesta in genere è mediata e seguita da una agenzia e quindi va prima regolata tramite un contratto.
Quindi la maternità surrogata prevedere che una donna possa portare avanti una gravidanza per conto di altre persone e in genere la donna si trova a donare il proprio ovulo che verrà poi inseminato con lo sperma del genitore che richiede la prestazione. Bene, per tutto questo esistono tre tipi diversi di contratto.
Come spiegato prima di tratta di una prestazione che una terza donna decide di fare per portare avanti una gravidanza di altre due persone: l’embrione è infatti ottenuto il laboratorio e arriva proprio dall’unione dell’ovulo femminile e dallo sperma maschile.
Esistono però tre diversi tipi di contratto che le agenzie mettono a disposizione delle famiglie che decidono di rivolgersi a loro e di richiedere questa pratica.
Si comincia dal contratto standard, che è poi quello base: questo pare assicurare l’assistenza medica per tutto il periodo necessario con un pacchetto completo che ha al suo interno: supporto trasporto, cibo, alloggio per due mesi, l’assistenza per ottenere i certificati. Inoltre per questa situazione esiste la possibilità di scegliere la donatrice in base a quelle presenti nel database dell’agenzia. Nel contratto plus invece ci sta la possibilità di scegliere la gestante tramite il database ed è anche servito un servizio di baby sitter per sei ore al giorno. Infine nel contratto vip ci sono tutti i servizi da quelli medici a quelli generici, senza dimenticare anche l’assistenza trasporto-vitto-alloggio che sale a quattro mesi, la baby sitter assicurata per otto ore al dì.
Chiarito questo si passa ai prezzi, cosi come si legge su Corriere.it, i prezzi cambiano a secondo dei pacchetti e dei contratti che si scelgono e quindi: il pacchetto “confort guarantee” costa 17mila, il pacchetto successivo 37.500 euro. Infine se si vuole poi stabilire da prima il sesso del nascituro, ecco che la tariffa sale ulteriormente fino a oltre 60mila euro.