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Economia

Meloni contro Superbonus: “Hanno arricchito le banche”

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Cristiano

Giorgia Meloni svela il suo pensiero sul Superbonus. Le parole non sono affatto delle migliori. Tanto è vero che ha affermato che è stato un modo per arricchire le banche

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com

Giorgia Meloni contro il Superbonus. Potrebbe essere anche il titolo di un film, ma in questo caso non lo è. Anche se, la cosa certa, è una sola: la premier non è stata mai d’accordo con questa iniziativa. E lo ha fatto capire anche nella giornata di ieri con un discorso che ha tenuto in Aula alla Camera. Per quanto riguarda le comunicazioni sul prossimo Consiglio Europeo (ricordiamo che ci sarà nella giornata di oggi e domani a Bruxelles dove sarà presente la premier ed anche la neosegretaria del Pd, Elly Schlein). Parole che sono arrivate dopo le dure critiche giunte dall’opposizione, in relativa alla “stretta” sul Superbonus.

Queste sono alcune delle sue parole: “Tentare di mettere le pezze a un provvedimento che è costato decine di miliardi, che ha lasciato nelle casse dello Stato un buco 40 miliardi per efficientare meno del 4% degli edifici, di cui gran parte seconde case, scaricando su ogni italiano un debito di 2mila euro, anche su quelli che una casa non ce l’avevano, per aiutare le banche a lucrarci sopra, non è austerità, è serietà. Io la penso in maniera diversa“. Dichiarazioni forti che non sono affatto passate inosservate.

Meloni sul Superbonus: “Tamponato un buco di 40 miliardi

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com

La premier ha anche discusso dei bonus fiscali. In particolar modo quelli che sono stati concessi a delle ristrutturazioni edilizie ed efficientamenti energetici. Per quanto riguarda le future prescrizioni della direttiva dell’Unione Europea ‘Case green‘ ha voluto spendere altre parole a riguardo: “Paradossalmente, l’esecuzione di un ampio spettro di interventi di riqualificazione compiuti prima del 2025 rischia di risultare inutile, perché i criteri tecnici e le metodologie che sono esistenti oggi verranno modificati entro il 2025“.

Scenari e parametri che, fa sapere, in questo momento non sono stati ancora definiti. Gli stessi che, però, dovranno essere in grado per consentire solamente una cosa: ovvero il miglioramento dell’efficienza per la gran parte degli edifici in questione. In conclusione ci tiene a ribadire che anche alcuni immobili (in particolar modo con oggetto di interventi finanziati con forme di incentivi fiscali) potrebbero anche risultare “non idonei“. Motivo? Perché, con il passare del tempo, i parametri potrebbero cambiare.

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