“Ci ha sparato per invidia: io vivo, Alessandro non c’è più” il racconto di Stefano

Il tragico racconto di Stefano Imperiale, il ragazzo sopravvissuto alla sparatoria ad opera di Cristian Gusmano. A perdere la vita un altro suo amico, Alessandro Borrelli

Omicidio Alessandro Borrelli
Carabinieri (Ansa Foto)

Il suo obiettivo era quello di ucciderli. A perdere la vita, però, solamente il suo amico Alessandro Borrelli. Un amico di infanzia. Ucciso da una serie di colpi di pistola. Stefano Imperiale, invece, è riuscito a salvarsi anche se è condannato a restare per tutta la vita su una sedia a rotelle. Ad ucciderlo Cristian Gusmano. “Sono belli e stanno bene, li devo ammazzà“. Proprio questo avrebbe ribadito l’omicida poco prima di compiere la strage. Il tutto è accaduto quasi tre anni fa a Roma. Era il 13 maggio del 2020 quando Gusmano va in macchina con Stefano a casa dell’altro amico a Ciampino.

Una volta giunti a destinazione l’aggressore esclama: “Guardate, ho portato un regalo per voi“. Era una pistola. Ed inizia a sparare una serie di colpi. Alessandro muore sul colpo, mente Stefano miracolosamente è vivo. In merito a questa vicenda l’omicida è stato condannato all’ergastolo in primo grado. Nei prossimi giorni dovrà affrontare il processo d’appello. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: aveva invidia nei confronti dei due ragazzi. Della loro felicità e soprattutto serenità. Invece di essere felice per loro ha deciso di ammazzarli. Gasmuno si sentiva inferiore. Anche fisicamente, per via di un difetto alla mascella. Ed è per questo motivo che non si sentiva all’altezza della situazione.

Omicidio Roma, il racconto di Stefano: “La mia colpa di essere bello e felice

Cristian Gusmano
Cristian Gusmano (Foto Facebook) Notizie.com

In una intervista che ha rilasciato al quotidiano ‘Il Messaggero‘ parla proprio il sopravvissuto. “La mia unica colpa è stata essere bello e felice“. Poi è ritornato a quel terribile episodio che ha cambiato per sempre la sua vita. “Cristian che mescola il caffè e il cucchiaino che sbatte contro il vetro della tazza. È stato l’ultimo rumore che ho sentito prima che la mia vita cambiasse. Subito dopo Gusmano ha tirato fuori la pistola, me l’ha puntata alla testa e ha sparato. Forse qualcuno lassù mi ha tirato indietro per evitare quel primo colpo“.

Poco prima della tragedia il killer si era sottoposto ad un altro intervento. Proprio per cercare di riparare quel danno fisico. Continuava a non piacersi e sentirsi inferiore ai suoi amici. Il loro rapporto era di vera amicizia. Tanto è vero che mangiavano spesso insieme. Una volta a casa di uno e viceversa. “Mio nonno diceva che gli amici si contano sul palmo di una mano e lui era uno di quelli. Abbiamo fatto insieme tanti viaggi: Amsterdam, Fuerteventura, Malta. E poi le gite in Italia, tante partite di calcetto“. Il tutto è finito con una serie di colpi di pistola.

Gestione cookie