Scuola, Galimberti senza mezzi termini: “E’ un disastro”

In merito alla vicenda che riguarda la scuola e non solo ha voluto dire la sua Umberto Galimberti. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano ‘Corriere della Sera’

Intervista al Corriere della Sera
Umberto Galimberti (Ansa Foto) Notizie.com

In occasione della presentazione del suo libro (a cura di Alessandro Vinci, giornalista del Corriere della Sera) “Fiaccole, ma vasi“, il filosofo Umberto Galimberti ha trattato vari argomenti. Tra questi, come riportato in precedenza, non poteva non soffermarsi sulla situazione della scuola. Ovviamente quella italiana. Le sue parole, però, non sono affatto di elogio. Anzi, in ottica futuristica, vede completamente “nero” e non colorato. Proprio al noto quotidiano italiano ha voluto rilasciare qualche importante dichiarazione. Dito puntato, in primis, contro gli insegnanti.

Il motivo? A quanto pare solamente uno di loro, su dieci, riesce ad essere completamente empatico con gli studenti. Questi ultimi, secondo il filosofo, vengono considerati come dei “semplici contenitori da riempire con nozioni“. Facendo il paragone con San Paolo: lui predicava e gli altri dovevano assimilare le parole che riferiva. Per quanto riguarda la scuola nutre una certa preoccupazione. L’istruzione dello studente avviene solamente a “livello massimo”. Tornano nuovamente ai docenti sono davvero pochi quelli che riescono a far venire la voglia di imparare ai propri alunni. In particolar modo far nutrire a loro un certo interesse ed entusiasmo.

Galimberti preoccupato per la scuola: “Futuro in bilico

Il filosofo Galimberti
Umberto Galimberti (Ansa Foto) Notizie.com

Nel corso dell’intervista il filosofo continua dicendo: “Solamente il 10% dei professori è in grado di svolgere questa importante funzione e gli studenti sono fortunati se hanno un insegnante competente tra i nove che compongono l’equipe della loro sezione”. Sull’educazione, invece, fa sapere: “Richiede di seguire l’aspetto emotivo degli studenti. Nella scuola, è necessario portare gli studenti dalla pulsione all’emozione, ovvero far sentire loro una risonanza emotiva rispetto al proprio comportamento, cosa che purtroppo non accade spesso”.

In conclusione dice la sua per quanto riguarda il bene ed il male: “Non possono essere definiti, ma devono essere sentiti naturalmente da ciascuno. Non è più vero oggi, in cui gli studenti spesso non sono in grado di distinguere il bene dal male, come dimostrato dalle risposte fornite dalle ragazze durante l’interrogatorio giudiziario. La scuola deve svolgere un ruolo fondamentale nella creazione di una risonanza emotiva rispetto al comportamento degli studenti e nell’insegnare loro a distinguere il bene dal male”.

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