Luigi Lo Cascio è uno degli attori di maggiore spicco del cinema italiano, eppure l’indiscrezione del suo passato è davvero sorprendente.
Saranno davvero pochissime le persone che non conoscono Luigi Lo Cascio, attore di alto spicco del nostro cinema italiano, nel corso della sua carriera ha all’attivo delle interpretazione di altissimo livello, cominciando dall’essere il protagonista dei Cento Passi, fino ad arrivare al suo ruolo più recente di Aldo Braibanti, nel film di Gianni Amelio che tante soddisfazioni gli ha regalato.
“Durante gli anni dell’Accademia d’arte drammatica ci ero andato due sole volte, e per vedere Air force one e Barton Fink. So che sembra una bestialità, ma voglio essere onesto: ero un giovane presuntuoso, credevo che il cinema non avesse lo stesso spessore del teatro, che fosse un’arte superficiale. La mettevo sul piano del testo: quello che ha scritto Shakespeare non potrà mai essere paragonabile a un film, mi dicevo. Che errore grossolano. Tuttavia, dovevo pur dirlo a Giordana. Arrivai a Mondello, mi feci coraggio e gli dissi: “Senta, io non ho praticamente mai visto un film. Non ho mai visto nulla di Orson Welles, nulla di Kubrick, nulla di Fellini” ha raccontato l’attore nella sua intervista per Corriere.it.
Una carriera la sua che è iniziata in modo davvero insolito, dopo due anni di studio alla facoltà di Medicina e senza il grande supporto dei genitori, che come lui stesso ha svelato, in quel momento storico non riuscivano a capire come si potesse preferire la strada precaria dell’attore a quella sicura del medico.
Luigi Lo Cascio: “I miei figli? Non hanno mai visto un film mio”
Insomma davvero una carriera diversa da quella di molti suoi colleghi, per lo meno visto il modo in cui è cominciata, eppure ad oggi è davvero impossibile per il pubblico italiano, non avere mai visto un film con protagonista Luigi Lo Cascio, particolare che però non si può davvero dire di tutti.
Sempre nella sua intervista per il Corriere.it, l’attore siciliano ammette di non avere mai spiegato davvero ai suoi figli, il suo lavoro: “Non gliel’ho mai spiegato, anche perché loro non hanno mai visto un mio film. Anzi, non è vero: hanno visto La città ideale, quello diretto da me, ma non perché sullo schermo c’è papà, bensì perché in quel film c’è la nonna Ida. Mia madre infatti fa una piccola parte e così loro hanno voluto vederla. E, certo, poi hanno visto anche La stranezza di Roberto Andò ma solo perché sono tutti e due dei fan di Ficarra e Picone. Qualche volta, però, vengono dietro le quinte, mi raggiungono in camerino, si aggirano curiosi. È bellissimo sentirli parlare tra di loro senza essere visto: i bambini sanno fare discorsi lineari e intelligenti”.
Davvero un retroscena curioso considerando la sua grande popolarità e il suo successo che probabilmente quando i suoi due figli saranno più grandi, sarà davvero impossibile da tenere nascosto. Ad ogni modo, oltre alla sua carriera, quello che traspare dalle sue parole è il grande amore e attaccamento che lui stesso ha per la sua famiglia, che da sempre considera il punto fondamentale della sua vita.
“Loro mi hanno insegnato che non sono io la persona più importante al mondo. È diverso persino dall’amore coniugale, dove resta comunque un briciolo di autoreferenzialità. I figli vengono prima di ogni cosa, persino prima di me stesso” ha infine concluso.