Non si è ancora concluso il lungo braccio di ferro tra Schlein e Bonaccini per i nomi dei due Capogruppo del Pd.
Si tratta davvero del primo grande ostacolo per il Segretario del Partito Democraticom Elly Schlein che dal giorno delle primarie ha sempre ottenuto il sostegno di Stefano Bonaccini, che però al momento pare avere detto no ai nomi da lei indicati per diventare Capogruppi alla Camera e al Senato.
Stando alle indiscrezioni pare che Lunedì scorso ci sia stata una lunga telefonata tra i due che però non ha ancora sbloccato la situazione, Schlein avrebbe infatti intenzione di fare eleggere Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia al Senato, ma nell’area in cui è presente il governatore emiliano non c’è accordo.
E quindi la proposta più efficace, sarebbe quella di confermare alla Camera Debora Serracchiani, di modo che per il Senato ci sarebbe il via libera di potere inserire Francesco Boccia. Insomma una ipotesi sulla quale però il Segretario del Pd non pare essere intenzionata a cedere, sembra infatti che la sua intenzione sia quella di andare verso un completo rinnovamento, partendo specialmente dalla Camera, dove per altro lei è una dei Deputati.
Elly Schlein e Stefano Bonaccini, stallo sui Capogruppi del Pd
Insomma pare proprio non riuscire a trovarsi un punto di incontro tra i due e questa situazione ha palesato per il Segretario Elly Schlein il primo vero problema da quando ha vinto le primarie nel Partito Democratico.
“Il clima andando in giro è molto cambiato, e questo ci motiva e ci da una responsabilità a cambiare le cose”, ha detto ieri sera a Cattelan su Rai2 e ancora: “Venivamo da un periodo molto difficile dopo alcune sconfitte pesanti e si è risvegliata una speranza”.
Detto questo, è possibile che in questi giorni si possa finalmente riuscire a raggiungere un accordo per i due Capogruppi, pare infatti possibile che qualora non si riuscisse ad avere una accordo, alla Camera, Serracchiani si candidi anche contro Braga, arrivando a una conta. Che potrebbe aprire la strada ad uno scontro anche a palazzo Madama. Una ipotesi possibile, ma che segnerebbe uno strappo non facile da ricucire tra le due anime del partito.
Ancora, “Se invece la spuntasse Schlein, si aprirebbe la strada a una segreteria unitaria in cui, accanto a fedelissimi della leader, potrebbero entrare anche 2-3 esponenti vicini a Bonaccini come gli emiliani Davide Baruffi e Andrea Rossi, Pina Picierno o Alessandro Alfieri” questo si legge sul Messaggero.