Un decreto della Farnesina cambia lo status della Nigeria e, di conseguenza, le regole per entrare in Italia. Ecco tutte le novità previste.
Novità importanti per quanto riguarda la Nigeria. Come riportato dall’Agi, la Farnesina ha pubblicato un decreto che cambia lo status del Paese africano e, di conseguenza, anche le regole per entrare nel nostro Paese.
Il ministero dell’Interno ha deciso di far entrare la Nigeria tra i Paesi sicuri e per questo motivo gli abitanti che in futuro vorranno decidere di arrivare in Italia dovranno rispettare le regole che sono in vigore per tutti gli altri Stati con lo stesso status. Una decisione sicuramente molto importante e che mette fine, quindi, alle domande di protezione internazionale. Da precisare, però, che la decisione non ha effetto sulle richieste arrivate prima dell’adozione del decreto.
La decisione di cambiare status alla Nigeria è stata presa nel rispetto delle regole che sono presenti nell’Unione Europea. Un Paese può essere considerato sicuro quando non sussistono in maniera generale e costante atti di persecuzioni, di torture oppure altre forme di pena o trattamento inumano e degradante.
Da precisare che nel decreto possono essere inserite anche alcune particolari eccezioni come magari un territorio oppure alcune categorie di persone che sono perseguitate in quello Stato. Per la Nigeria, però, la Farnesina ha deciso di non inserire nel provvedimento delle specificità considerando sicure anche le zone dove Boko Haram continua ad essere presente. Questo significa che le nuove regole sono in vigore per tutti i nigeriani.
La novità più grande riguarda sicuramente la domanda di protezione internazionale. Con la decisione di ritenere la Nigeria un Paese sicuro, questo status difficilmente sarà riconosciuto. Come detto in precedenza, il cambio non influirà sule richieste che sono arrivate prima del decreto. Quelle saranno valutate quasi certamente in modo positivo.
Un cambio che in futuro potrebbe riguardare anche altri Paesi. Alla Farnesina le riflessioni sono certamente in corso e nel giro di qualche settimana non posiamo escludere decisioni molto simili a quelle prese per la Nigeria.