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Boschi nelle zone industriali: la nuova frontiera delle oasi green

Published by
Paolo Colantoni

Grandi novità nelle principali zone industriali: adesso sono le grandi aziende a investire nella realizzazione di aree verdi nelle metropoli

Impiantare alberi conviene. Uno studio realizzato dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, ha regalato dei dati incoraggianti, testimoniando come esistano tanti validi motivi per realizzare un ottimo investimento, forse tra i più convenienti e remunerativi.

Boschi nelle aree metropolitane, la nuova frontiera – Notizie.com –

La statistica realizzata è eloquente: chi investe un euro, può vedere il proprio profitto moltiplicarsi per dieci. I benefici infatti oscillano tra  il 9,5 e il 13,1 euro. E non si tratta, secondo quanto viene riportato, di investimenti virtuali. Gli incassi sono infatti reali e portano anche alla realizzazione di nuovi posti di lavoro. Questo è il motivo che ha spinto gli esponenti del mondo produttivo ad investire. Nelle zone industriali infatti è sempre più usuale vedere boschi, aree verdi ed interventi di mitigazione ambientali.

Qualche esempio? A Foggia è stato realizzato un nuovo e futuristico bosco urbano da oltre 1.600 alberi. A realizzarlo sono state  Arbolia (società benefit di Snam e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti attiva nella forestazione urbana), e Leonardo, tra le prime società al mondo nell’aerospazio, difesa e sicurezza. Il nuovo bosco si impone sin da subito come un vero e proprio polmone verde, in grado di assorbire un’ingente quantità di ossigeno. Secondo gli studi circa  367 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 16,6 tonnellate di PM10 in 20 anni, restituendo all’ambiente 267 tonnellate di ossigeno nello stesso arco temporale.

Un altro esempio si è registrato in Veneto. Anche a Padova si è deciso di  realizzare un nuovo bosco, grazie al lavoro del gruppo Alì, che ne ha stimato la  piantumazione di 2500 piante, tra alberi, arbusti e rampicanti, e la creazione di tre bacini idrici in un’area di 49.473 mq. Un lavoro unico, che dovrebbe consentire al comune veneto di assorbire circa due milioni e 300 mila chili di Co2 neo prossimi trent’anni, secondo la stima dell’Università di Firenze. Un progetto che prevede anche l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto del magazzino, con l’utilizzo di materiali che contengono  il biossido di titanio TiO2 che, attivato dalla luce del sole e attraverso l’umidità, reagisce ed elimina le sostanze nocive presenti nell’aria, migliorando la qualità nei pressi dell’edificio.

Gli esempi e gli investimenti

Tanti gli investimenti fatti nelle principali metropoli – Notizie.com

Sempre in Veneto è stato recentemente inaugurato il Bosco Moranzani, lungo il Naviglio del Brenta. Un progetto voluto dalla Volksbank  nel comune veneziano di Mira: la riforestazione si estende su un’area di oltre 50mila metri quadrati a ridosso della laguna di Venezia. Tra le opere significative anche il bosco a Montopoli in Val d’Arno, realizzato grazie a Unicoop Firenze, che prevede oltre 3000 nuovi alberi, piantati lungo i 6 ettari dell’area dove un tempo c’era un allevamento industriale. Quando il bosco avrà 10 anni potrà assorbire 170 tonnellate di CO2 e altri inquinanti.

In chiusura merita spazio il progetto “Forestami” a Vittuone in provincia di Milano: anche in questo verrà realizzato un bosco con oltre  1.090 piante, in grado di  svolgere un importante ruolo nel miglioramento della qualità urbana e delle connessioni verdi all’interno del comparto industriale, oltre che nella mitigazione dell’isola di calore generata dalla forte impermeabilizzazione del suolo che caratterizza queste tipologie di aree.

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Paolo Colantoni