Donato Capece, Segretario Generale del Sappe in esclusiva a Notizie.com: “Nessuno vuole abolire il reato, ma va circoscritto. Più logico che diventi un aggravante”
La possibile abolizione del reato di tortura sta animando la discussione politica. Donato Capece, Segretario Generale del Sappe, il sindacato di Polizia Penitenziaria, spiega ai nostri microfoni: “Noi sosteniamo e condividiamo la proposta di legge fatta da Fratelli d’Italia perchè il reato 613 bis del Codice Penale Ter ha approvato una norma che è talmente vasta, per cui qualsiasi cosa, qualsiasi lamentela può essere identificata come tortura. Addirittura è prevista una tortura ideologica. E’ assurdo circoscrivere il reato”.
Qualcuno pensa che voi vogliate cancellare il reato di tortura.
“E’ assurdo, noi non vigliamo cancellarlo, stiamo sostenendo l’idea che vada circoscritto meglio ed inserito nelle aggravanti. Non come un reato specifico. Messo così è talmente vasto che, ogni persona rischia di essere inquisita, indagata e imputata del reato di tortura. Questa è la logica che condividiamo”.
Quando parla di inquisire facilmente le persone, si riferisce nello specifico a qualche episodio già accaduto?
“Le faccio questo esempio. Alcuni colleghi in servizio a Torino, per una frase detta ad un detenuto, che aveva commesso reati gravissimi, è stato accusato e dovrà ora rispondere del reato di tortura. Nello specifico, tortura psicologica. Si tratta di un reato troppo vasto: va circoscritto e a mio avviso inserito nelle aggravanti”.
Tra le accuse che vengono rivolte alla Polizia c’è quella che non volete essere giudicati in caso di errori commessi
“Si deve perseguire il poliziotto o il pubblico ufficiale che estorce una dichiarazione. Ma deve essere denunciato ed inquisito per i reati di maltrattamento, lesioni. Non può restare il reato di tortura così come è adesso. Potrebbe comprendere situazioni vastissime. Nessuno vuole cancellare il reato. Ma inserirlo come aggravante. Trovare la soluzione più specifica per questa tipologia di reato”.
In questi giorni la vicenda ha assunto una veste politica. Ilaria Cucchi ha parlato di volontà fascista di abolire il reato.
“Strumentalizzare è facile. Si può trovare tranquillamente una soluzione, facendo chiarezza e senza voler danneggiare chi rischia la vita per garantire la sicurezza nei cittadini”.
La Polizia cosa si aspetta?
“La Polizia non sa come intervenire, perchè è come se avesse una spada di Damocle sulla testa. Ecco perchè bisogna mettere in condizione tutte le forze di Polizia di poter agire a tutela della libertà degli altri. La proposta di Legge 623 della Camera dei Deputati, a firma di molti Parlamentari, rappresenta la soluzione più logica. Noi siamo contro la violenza a prescindere. Ci siamo sempre esposti in questo senso. Ma in questo modo ogni singola parola, ogni gesto fatto, rischierebbe di togliere peso alle forze dell’ordine, che verrebbero meno al loro mandato istituzione. Non vogliamo assolutamente eliminare il reato, ma non si può nemmeno imbavagliare la Polizia”.