La giornata di martedì 28 marzo sarà chiave per i 10 ex terroristi italiani rifugiati in Francia. La Cassazione deciderà sulla loro estradizione.
Sono passati ormai due anni dall’arresto e il rilascio immediato in Francia di dieci ex terroristi italiani. Il governo italiano, come ricordato dal Corriere della Sera, ormai da tempo chiede l’estradizione, ma la risposta di Parigi è stata sempre negativa tanto che la Corte d’Appello ha in passato ha respinto la richiesta di Roma.
Ora, però, la giornata di domani, martedì 28 marzo, potrebbe essere quella decisiva. La Cassazione transalpina, infatti, deciderà sull’estradizione dei dieci militanti che ormai si trovano in Francia da diversi anni.
Chi sono i dieci ex terroristi
Il nome di spicco di questi dieci terroristi è sicuramente quello di Giorgio Pietrostefani, ex dirigente di Lotta continua e mai entrato in una banda armata. Come ricordato dal Corriere della Sera, lui ha sempre agito alla luce del sole. L’unica volta che non lo ha fatto, almeno secondo la giustizia italiana, è stato quando prese parte alla pianificazione dell’omicidio di Luigi Calabresi (17 maggio 1972). Il trasferimento in Francia è avvenuto poco prima della sentenza definitiva e non ha fatto più ritorno nel nostro Paese.
Ma tra i militanti ci sono anche persone che hanno aderito alle Brigate Rosse come per esempio Marina Petrella e Roberta Cappelli, entrambe elementi di spicco della Br romana. Presenti anche Enzo Calvitti e Maurizio Di Marzio senza dimenticare Sergio Tornaghi e Giovanni Alimonti, anche loro ex brigatisti.
A completare la lista degli ex terroristi che saranno giudicati dalla Corte di Cassazione transalpina troviamo Raffaele Ventura, che militava in Autonomia Operaia, Luigi Bergamin, ex militante dei Pac e Narciso Manenti, ex membro dei Nuclei armati contropotere territoriale.
Attesa per la decisione della Cassazione francese
Nella giornata di domani, quindi, è attesa la decisione della Corte di Cassazione francese sulla possibile estradizione. In questi anni Parigi si è sempre opposta alle richieste arrivate da Roma, ma ora l’ultimo grado di giustizia nazionale potrebbe cambiare le carte in tavola e dare il via libera al ritorno nel nostro Paese dei dieci ex terroristi per scontare le condanne arrivate dopo la loro fuga in terra transalpina.