Intervista a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Il segreto di Lübeck di Sergio Sinesi è l’ultimo poliziesco in catalogo per la Casa Editrice Argentodorato.
Sinesi, pugliese d’origine e milanese d’adozione, si è dato alla scrittura appena dopo essere andato in pensione, nel 2013. Conosciamo lui e il suo ultimo libro.
Come mai ha deciso di cominciare a scrivere solo dopo il pensionamento? Il suo lavoro l’ha, in qualche modo, ispirata?
“No, il lavoro non mi ha ispirato. Leggo da sempre, si può dire da quando sono nato. La lettura, insieme ad altre passioni, come la musica ad esempio, è stata compagna della mia esistenza. Quando ho smesso di lavorare ho pensato che dovevo lasciare qualcosa alle mie figlie e cimentarmi nella scrittura è stato un naturale sbocco, questa è la ragione“.
Il segreto di Lübeck è il terzo romanzo, può raccontarci (chiaramente non le chiediamo spoiler) il suo romanzo e se è collegato ai precedenti?
“La vicenda si svolge ai nostri tempi. Solo che per arrivare alla soluzione si dovrà partire dai tempi di Johann Sebastian Bach. Tempi in cui viveva J. M. Lübeck, un violoncellista che ha la sfortuna di riconoscere l’assassino del suo migliore amico. Per paura fugge da Lipsia, e fuggirà per tutta la vita ogni qualvolta leggerà della morte di un musicista cui, accanto al cadavere, ci sarà come firma un bigliettino con il numero consecutivo di una delle trenta Variazioni Goldberg di Bach. Prima di morire scriverà una lettera, che fortunatamente troverà un ispettore di polizia del Terzo Reich che sta indagando su un gerarca nazista, e lo aiuterà a risolvere i casi di altri omicidi accaduti a quei tempi. Oggi quella lettera è nelle mani di Georg Bauer, figlio di quell’ispettore zelante, che la mostra a un commissario di polizia a dimostrazione che anche i delitti più recenti recano la stessa firma. I morti oggi sono scienziati dediti allo sviluppo di un’Intelligenza Artificiale capace di interagire con l’uomo. Ma ormai siamo giunti alla 30a Variazione e il killer si premura di avvisare: ‘Cercando troverete’. Trovare il legame tra i delitti iniziati nel 18° secolo a oggi sarà compito del nostro commissario. Il mio romanzo non è collegato ai precedenti in senso stretto. Ma lo è in senso più ampio: in ognuno di essi c’è il mio interesse per la musica, la poesia e la tecnologia. Tuttavia può darsi che darò un seguito a questo romanzo“.
Diversi suoi racconti si sono piazzati molto bene in numerosi concorsi, ultimamente con Un attimo che mi sposto ha vinto il 1° premio della VII edizione del Premio Letterario Città di Siena 2022, complimenti. Crede che i concorsi siano importanti per gli autori emergenti? E quale il principale insegnamento?
“Certo che sono importanti e per diversi motivi: aiutano a farsi conoscere e consentono di misurarsi con altri autori. Inoltre i piazzamenti entrano nel tuo curriculum di autore. Concorrere aiuta a migliorarsi, questo il principale insegnamento secondo me. Quando non si vince bisogna rileggersi. Il confronto con i testi dei vincitori, laddove è possibile, se fatto con l’umiltà di imparare aiuta a crescere. In ogni caso ci vuole pazienza, ostinazione e credere in se stessi“.
A quali autori si ispira?
“Risposta non facile quando gli interessi sono molti. Mi sono formato sugli autori classici di tutti i tempi. Recentemente sto apprezzando McCarthy, De Lillo, Murakami. Mi piace molto Izzo. Per i racconti è Carver, ma anche Dürrenmatt e Kafka. Per le poesie gli italiani, a cominciare da Montale“.
Grazie di questa chiacchierata, Sergio Sinesi, vuole lasciare un saluto speciale per i nostri lettori?
“Certo. Innanzitutto grazie per avermi letto. Spero che leggerete il mio libro, ma soprattutto continuate a leggere. La lettura rende migliori, la lettura è conoscenza, che è una delle fonti della nostra vita insieme all’amore. Un grande abbraccio“.
