Durante una premiazione, Adam Sandler ha aspramente criticato l’operato della critica cinematografica contemporanea.
Mai come in quest’epoca i critici cinematografici sono visti sostanzialmente come degli infami distruttori di carriere, tanto dal pubblico, quanto dagli stessi addetti ai lavori. Questa volta è stato Adam Sandler a spendere parole non particolarmente generose nei confronti della stampa specializzata, con cui l’attore statunitense ha da sempre un rapporto a dir poco conflittuale.
Al di là dell’unanime plauso ricevuto per film come Ubriaco D’Amore (2002), Diamanti Grezzi (2019) e lo splendido The Meyerowitz Stories (2017), la critica ha sempre apertamente disprezzato i lavori svolti da Sandler, i quali, nella maggior parte dei casi, venivano tacciati come dei volgari esercizi di cinema per le masse.
Alla luce del trattamento ricevuto dalla stampa, difficilmente avremmo potuto immaginare un Sandler aperto alle critiche e clemente nel definire la categoria dei giornalisti. Difatti recentemente, durante la consegna del premio Mark Twain, l’attore di Cambia la tua vita con un click (2006) ha definitivamente detto la sua sulle critiche ricevute: “Come ti fanno sentire tutte quelle recensioni negative? Ti fanno sentire una mer*a?’ E io dico no, davvero. E penso che la ragione per cui non fanno male sia che tutti voi ragazzi mi avete fatto sentire un grande per le cose che abbiamo fatto insieme”.
Sandler ha poi proseguito, alimentando ulteriormente la disputa con i critici: “Tutti i miei amici comici, gli attori, gli scrittori, i collaboratori, i membri delle crew, la gente per strada, la mia famiglia, i miei bambini, la mia ragazza per sempre Jackie, tutti voi mi avete fatto capire che i critici non sanno di che ca**o parlano. Quindi grazie a tutti. Grazie per aver creato un uomo disilluso e psicotico”. In realtà, fatichiamo a ricordare un attore che abbia appoggiato apertamente la critica cinematografica, che infatti viene costantemente accusata di imparzialità e severità mal riposte. Nonostante sia evidente la tendenza di alcune testate giornalistiche a farsi influenzare dagli investimenti pubblicitari dei produttori cinematografici, crediamo che un attacco di tale ferocia sia difficilmente giustificabile, anche e soprattuto considerando la tragica situazione in cui si ritrova il giornalismo in questo periodo storico.