Pare proprio essere una mania all’estero quella dello spritz, la bevanda dal colore rosso e arancione fa davvero impazzire tutti.
Potrà sembrare incredibile, eppure negli Stati Uniti in particolare è esplosa da qualche tempo la spritzmania, ovvero una vera e propria passione per il liquore rosso agrodolce che pare avere cambiato la cultura del bere e della bevanda in tutte le sue forme.
Ad avere dato la conferma di questo principio sono stati gli esperti che hanno studiato il fenomeno e che hanno portato, cosi come si legge su Agi.it, Patrick Miller ha decidere di produrre da se la bevanda con una propria etichetta che si chiama Faccia brutto e che in un certo senso prende anche spunto da una espressione italiana, anche se non del tutto corretta.
“Questa mia creatura è come una sorta di surrogato, specie per i clienti che già conoscono i cocktail a base di Campari” sono queste le parole dello stesso Miller che dopo avere messo nel mercato la nuova bevanda ha anche trovato dei benefici dal punto di vista economico per la sua azienda che ha visto crescere il fatturato dell’azienda a 840 mila dollari contro gli appena 100 mila del 2020.
Proprio cosi, ad averlo rivelato è stato lo stesso New York Times che parlando appunto dello spritz Faccia Brutto Aperitivo, ha svelato come con il suo successo sia diventato un vero e proprio concorrente del gruppo che produce Campari: “163 anni di vita sulle spalle, con più di 50 etichette nel proprio portafoglio, tra cui appunto Aperol, Campari e Gran Marnier, con un fatturato complessivo che è però di 2,9 miliardi di dollari. Una disparità incommensurabile”.
La cosa importante da tenere a mente è che questo aperitivo americano si basa sull’uso di prodotti naturali e ingredienti biologici, senza nessun impiego di coloranti o aromi artificiali, pare infatti che il colore rosso sia da ricollegare ad una tintura naturale derivata da insetti schiacciati conosciuti con il nome di cocciniglia.
“Nell’ampio mercato che si è aperto in questo settore in America, c’è chi, per esempio sostiene che fare liquori italiani è un diritto di nascita. Dal 2011 l’azienda di Francesco Amodeo a Washington, Don Ciccio & Figli, “produce liquori utilizzando ricette di famiglia che risalgono al 1883” e garantisce di essere “fedele al 94-95%” alle formule originali, anche se a volte usa appena un terzo dello zucchero indicato dai suoi antenati” questo quello che si legge infine su Agi.it.