Capito questo, la cosa che molte volte capita di chiedersi è quale sia la differenza tra l’ictus ischemico e quello emorragico, ad averlo spiegato per il Corriere.it è stato il professore Danilo Toni, direttore dell’Unità Trattamento Neurovascolare al Policlinico Umberto I di Roma e presidente del Comitato tecnico-scientifico di ALICe Italia: “Ictus significa letteralmente “colpo” (in inglese stroke), cioè la comparsa improvvisa di un deficit neurologico e di parla di ischemia, che significa carenza di sangue, quando l’ictus (ischemico) è dovuto alla chiusura di un’arteria, per cui non arriva sangue al cervello; l’ictus emorragico (o emorragia cerebrale), invece, è dovuto alla rottura di un’arteria, quindi il sangue stravasa nel cervello, il tessuto cerebrale soffre perché non riceve sangue e anche perché è compresso dal sangue che si è accumulato fuori dalle arterie”.
I principali fattori che possono provocare queste forme di ictus sono dovute ad una possibile ipertensione arteriosa, o al fumo o al diabete e questi sono principi che possono causare entrambi i tipi di ictus sopra citati.
Ictus, è possibile prevenirlo? Ecco i sintomi più comuni
Insomma è certamente un argomento impossibile da sottovalutare e che purtroppo coinvolge sempre più spesso, fin troppe persone nel mondo, ma la domanda che sorge spontanea, riguarda la sua prevenzione: è possibile prevenire il problema?
Secondo quanto riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’80% di questi eventi potrebbe essere evitato, ma in che modo? Tanto per cominciare modificando le proprie abitudini di vita e curando alcune patologie che possono causare l’ictus, come per esempio la pressione alta, colesterolo alto, diabete, alcune anomalie della funzione cardiaca, in particolare la fibrillazione atriale.