Morte Leonardo Lamma, possibile svolta nelle indagini del giovane deceduto in un incidente stradale: gli ultimi aggiornamenti
Lo scorso anno, precisamente il 7 aprile, la città di Roma piangeva la morte di un giovane. Si tratta di Leonardo Lamma, il ragazzo deceduto per via di un incidente con la sua moto. Ricordiamo che il 19enne aveva perso il controllo del mezzo a corso Francia. A pochi metri dalla riparazione provvisoria della strada per via di una rottura di una tubatura. Nel frattempo arrivano novità importanti dalle indagini che non si sono mai fermate. Nella lista degli indagati compaiono i nomi di due persone che risultano ufficialmente indagate per la morte del ragazzo. Le accuse sono molto gravi visto che si parla, appunto, di omicidio stradale.
Questa è la decisione presa dal gip Claudio Carini. Dopo che lo stesso aveva respinto la richiesta di archiviazione della Procura. L’obiettivo è continuare ad indagare su chi ha avuto la responsabilità della manutenzione in quel tratto di strada. In questo, però, l’ultima parole spetta al dipartimento per le infrastrutture Simu e all’Acea. Per quanto riguarda il primo è coinvolto perché aveva il compito di garantire la sicurezza delle strade. La seconda, invece, era proprietaria della tubatura. Il gip, ci ha tenuto a ribadire, che bisogna fare molta chiarezza sulla dinamica dell’infortunio e capire se ci sia stata o meno “l’omessa, tempestiva, errata manutenzione della tratto di strada“.
Non sono stati resi noti i nomi degli indagati. Una svolta che arriva a quasi un anno di distanza da quella tragedia che ha colpito non solamente la Capitale, ma un Paese intero. Ricordiamo che Leonardo, quel terribile pomeriggio del 7 aprile, sbanda con la sua moto in Corso Francia battendo violentemente la testa contro lo spartitraffico. Per lui non c’è stato assolutamente nulla da fare. Proprio a quell’altezza, meno di due settimane prima dalla sua morte, si era rotta la conduttura dell’Acea. Per ripararla, al traffico, era stata interdetta parte della carreggiata.
Il 1 aprile con delle riparazioni provvisorie. La voragine viene chiusa per la sera del 7. Proprio qualche ora dopo dell’incidente. Due testimoni affermano che Leonardo sbanda nel momento in cui passa sopra la riparazione. Anche se il pm Attilio Pisani non dà molto peso a questa ricostruzione. Lo stesso, infatti afferma che il ragazzo sia caduto lontano da quel punto. Tanto è vero che viene chiesta l’archiviazione, respinta però dal gip dopo che gli avvocati della famiglia del ragazzo (Stefano e Paola Lamma) Antonio De Fazi e Massimiliano Capuzi si erano opposti.