L’ex tennista, ora allenatore, ha commentato in esclusiva a Notizie.com il percorso degli italiani all’ATP di Miami: “Per Jannik è la normalità, Matteo deve vincere soffrendo”.
Due facce della stessa medaglia, quella del tennis italiano, rigoglioso come poche volte nella sua storia. La prima ha il sorriso spalancato e i nervi saldi di Jannik Sinner, volato in semifinale nell’ATP 1000 di Miami. La seconda la smorfia di disappunto di Matteo Berrettini, piegato alla prima partita disputata dall’americano McDonald. Uno ancora in corsa, pronto a giocarsi le sue chance per conquistare il torneo. L’altro subito eliminato e nell’ultimo periodo criticato anche per questioni extra-tennis (in primis per la relazione con la showgirl Melissa Satta). Polemiche a cui il diretto interessato ha già (giustamente) risposto scollegando i risultati dalla situazione sentimentale. Davide Sanguinetti, intervistato in esclusiva da Notizie.com, ha commentato il percorso – e il momento – dei due tennisti azzurri, protagonisti in modo opposto negli States.
Davide Sanguinetti, Sinner non smette di stupire.
“Dico il contrario: è stato stratosferico finora, ma lo immaginavo. Lui è da primi 10 posti nel ranking, già l’anno scorso lo aveva dimostrato. Deve mettere un po’ di massa muscolare, però ha tutte le carte in regola per restare al top”.
Tutto secondo copione, insomma.
“La sua normalità è questa, non ci sono dubbi. L’anormalità, invece, è più quella attuale di Berrettini, a cui mancano un po’ di partite vinte soffrendo, e di Musetti, che ha perso qualche match di troppo. Lorenzo è giovane, può crescere tanto. Non possiamo chiedergli tutto nell’immediato”.
Giovane lo è anche Sinner: dov’è la differenza?
“Jannik è più ‘tedesco’. A Miami, tra l’altro, neanche sta giocando al massimo. Tutto di guadagnato in vista della semifinale e speriamo della finale. Ma c’è un tennista di cui si parla sempre troppo poco…”.
Di chi parli?
“Sinner, Alcaraz e altri ancora sono sulla bocca di tutti. Medvedev invece non se lo fila mai nessuno, poi arriva sempre in fondo. Degli ultimi quattro tornei ne ha vinti tre e ha fatto una finale. Forse pure a lui piace rimanere un po’ nascosto. È un personaggio, attira poche attenzioni per il suo modo di giocare oppure perché ci sono tennisti emergenti più giovani. Dopo Djokovic non ci sono dubbi, il russo è quello che sta facendo meglio”.
Tornando a Berrettini: difficoltà più fisiche o mentali?
“Fisiche. Ha avuto tanti problemi, questo ti porta a pensare troppo, a ogni minimo dolore possono subentrare paura e tensione. Ci è già passato, ha l’esperienza giusta per tornare ai suoi livelli. Gli manca vincere qualche sfida soffrendo. Perché no, anche con un po’ di fortuna”.
Pietrangeli ha detto che il momento negativo di Berrettini potrebbe essere anche colpa delle pubblicità e dei soldi. In generale, che i tennisti ora guadagnano troppo. È d’accordo?
“Pietrangeli dice sempre cosi, sembra che sia un po’ geloso. Questo è il tennis di oggi e questi, quindi, sono i soldi di oggi. Che devono fare i tennisti? Ridarli indietro o devolverli tutti in beneficenza? Guadagnano tanto anche quelli che vincono sempre, non può essere quella la causa, non c’entra nulla. Poi è vero, neanche ai miei tempi c’erano così tanti soldi. Magari ci fossero stati…”.
Quale tennista apprezzi di più?
“Mi piace Musetti, è quello che mi fa divertire di più. Ecco, se dovessi pagare il biglietto per una partita andrei a vedere lui e non uno come Isner, con tutto il rispetto. Lorenzo ti fa divertire anche quando gioca male”.
Il tennis italiano, al di là delle singole situazioni, sta comunque vivendo un periodo d’oro.
“L’ho sempre detto: se non vinciamo la Coppa Davis con questi che abbiamo ora, non la vinciamo più!”.