Roma, in merito ai vergognosi cori dell’Olimpico contro Dejan Stankovic, ha voluto dire la sua anche l’attivista per i diritti e l’integrazione della comunità Rom, Dijana Pavlovic
La Roma di José Mourinho vince sul campo, ma perde nettamente sugli spalti. Non sono affatto passati inosservati i vergognosi cori razzisti da parte di buona parte dei sostenitori giallorossi contro l’allenatore della Sampdoria, Dejan Stankovic. Un ritorno all’Olimpico amaro per il manager (per anni è stato calciatore della Lazio), di certo non per colpa sua. Tanto è vero che lui stesso, al termine della partita, ha dichiarato: “Sono fiero di essere uno zingaro”. Questo e molto altro ancora quello che gli ultras della Roma gli hanno riferito nel corso del match. Tanto è vero che anche il suo ex allenatore ed ora collega, José Mourinho, ha provato in tutti i modi a placare l’ira dei tifosi.
In merito a quanto accaduto ha voluto esprimere il suo pensiero anche Dijana Pavlovic. Quest’ultima è una attivista per i diritti e l’integrazione della comunità Rom e portavoce del Movimento Kethane. Nel corso di una intervista che ha rilasciato all’agenzia di stampa ‘Adnkronos’ fa sapere: “Magari ci fosse l’anti-ziganismo soltanto negli stadi. So che i tifosi cercano il modo peggiore per offendere l’avversario, il problema è che tutta la società e tutta la politica stanno agendo attivamente perché la gente disprezzi i 180mila rom e sinti che vivono in Italia“.
Roma, cori offensivi contro Stankovic: interviene la Pavlovic
La Pavlovic ha continuato dicendo: “Le dinamiche del calcio sono un separate da quello che noi percepiamo come anti-ziganismo istituzionale. Il nostro problema è la discriminazione istituzionale sostenuta dai media. I tifosi della Lazio erano stati criticati per cori antisemiti durante il derby“.
Sui doppi standard fa sapere: “Il doppio standard dell’anti-ziganismo è una cosa importante, ma meno rispetto al fatto che le donne rom non possono uscire e prendere i mezzi per fare la spesa pur non essendo ladre. Molte persone le spintonano e le buttano fuori. Un calciatore definito ‘zingaro’ ha la possibilità di difendersi. Discorso diverso per una donna con un bambino spinta giù da un autobus. In questo caso l’opinione pubblica non la difende“.