Le indagini sulla vicenda delle coop gestite dalla famiglia Soumahoro sono state chiuse. La Procura è pronta a chiedere il rinvio a giudizio per tre persone.
A distanza ormai di diversi mesi dall’apertura dell’inchiesta, la Procura di Latina ha completato l’indagine riguardante la famiglia del sindacalista Soumahoro e la sua famiglia. Stando a quanto riferito da La Stampa, il magistrato è pronto a chiedere il rinvio a giudizio per tre persone, ma la decisione finale, come precisato anche dall’avvocato della moglie del deputato, spetterà al giudice.
A rischio processo sono la moglie, la suocera e il cognato di Soumahoro. Il sindacalista non è mai stato iscritto sul registro degli indagati e quindi non sarà imputato in questo percorso giudiziario, che inizierà dopo la decisione del Gup.
Stando alle carte delle indagini, citate dal quotidiano italiano, i soldi delle Coop non venivano utilizzati dalla moglie di Soumahoro nella gestione dei migranti, ma nell’acquisto di borse e vestiti in negozi di lusso per uno shopping che ha raggiunto la cifra di 2 milioni di euro. In particolare, la Procura di Latina ha parlato di “spregiudicatezza e opacità nella gestione dei fondi delle cooperative, in parte non rendicontate e in parte usati per l’acquisto di oggetti estranei allo scopo sociale come abiti firmati presso negozi di lusso“.
Da qui la decisione di rinviare a giudizio la moglie di Soumahoro, la suocera ed anche l’altro figlio. Inoltre, per i tre è stato deciso il divieto di un anno di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e direttivi di persone giuridiche.
L’avvocato di Liliane Soumahoro ha voluto precisare che “l’unica accusa alla donna è quella di aver provocato un danno erariale di oltre 13mila euro. La mia assistita, comunque, resta ferma nel contestare la sussistenza delle proprie responsabilità. Ma, a differenza di come pensa qualcuno, il processo si fa in tribunale e non sui giornali“.
La donna, quindi, è pronta a difendersi da tutte le accuse. Ma da parte della Procura di Latina non c’è nessuna intenzione di fare un passo indietro e la richiesta di rinvio a giudizio è pronta ad essere inoltrata al gup.