Parla il carabiniere che ha evitato il suicidio ad una donna che voleva gettarsi da un ponte. Il militare l’ha convinta a non farlo e l’ha tratta in salvo
Guai ad etichettarlo come “eroe”. Un riconoscimento che non vuole assolutamente ricevere. Fatto sta che per quella ragazza, in quel momento, lui era il suo “angelo custode“. Lo stesso che l’ha tratta in salvo. E’ accaduto ad Alessandria, in uno dei posti simbolo della città. Precisamente sul ponte Meier dove una donna stava per lanciarsi nel vuoto. Voleva farla finita, ma uno sconosciuto l’ha convinta a non farlo. Fatto sta che il carabiniere quella notte in servizio, Salvatore (di nome e di fatto) Germanà ha salvato la vita ad una ragazza. Vicebrigadiere, 40 anni, nativo di Leonforte (provincia di Enna).
Per lui si è trattato della prima volta di vivere una situazione del genere. In tanti anni mai gli era capitato di affrontare questa dura prova. Tanto è vero che, in una intervista rilasciata alla ‘Stampa‘, ha fatto sapere che era la prima volta che salvava la vita a qualcuno. Cosa più importante, in quegli attimi, e che la ragazza si era fidata di lui. Di un perfetto sconosciuto che, in quegli attimi, l’ha capita e compresa. Tanto da conquistare la sua fiducia. Anche se, quei minuti, non sono stati affatto facili e se li porterà dentro per sempre. Fa sapere che, all’inizio, la ragazza era molto diffidente. Allo stesso tempo, però, aveva di fronte una persona giovane e fragile.
Una lunga chiacchierata, tanto da spiegarle che dietro quell’uniforme c’è una persona che ha anche lui le sue fragilità. Una lunga chiacchierata terminata con il salvataggio. Fino a quando i due non si sono arrampicati alla ringhiera. “E’ stata la mezz’ora più lunga della mia vita“. Non potrebbe essere altrimenti. Di cosa hanno parlato? Musica, principalmente rock. quella che stava ascoltando in quel momento la ragazza. Successivamente si è avvicinato con il suo permesso, fino a quando non si è lasciata andare ed ha raccontato le sue paure, problemi e tutto quello che non riusciva ad affrontare.
“Ci siamo confidati a vicenda. E lei ha capito che poteva esserci speranza. Ci siamo detti molte cose personali che rimarranno nostre” fa sapere al ‘Messaggero’. In quel momento, però, non ha mai pensato che la situazione potesse precipitare da un momento all’altro. “L’importante era che lei fosse in salvo”. Come riportato in precedenza, però, non vuole essere chiamato ‘eroe’. “Non ho fatto niente di particolare. Voglio rubare una frase del mio parroco: il mio intervento è stato ordinario ma è diventato straordinario. Sono diventato un punto di appiglio per questa ragazza“. Da applausi.