Una personale dedicata all’artista piacentino commemora la sua carriera. Un artista diventato un’icona dell’arte moderna
E’ stata inaugurata questa mattina, negli spazi dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, la personale “La bottega delle meraviglie”, omaggio al pittore piacentino Armodio per una prestigiosa carriera, ricca di successi, che lo ha portato ad essere un’icona dell’arte moderna.
Silvia Bonomini, curatrice della mostra, ha definito Armodio il “Maestro della perfezione” perché “la raffinatezza della sua tecnica pittorica la si può ritrovare solamente nelle botteghe dei grandi maestri rinascimentali e nei capolavori di grandi artisti quali Beato Angelico e Piero della Francesca”.
Il questore dell’Assemblea, consigliere Giancarlo Tagliaferri, ha aggiunto che “e’ un privilegio festeggiare con Armodio, nel capoluogo della sua Regione, non solo i suoi 85 anni, ma anche la sua immutata capacità di riuscire con fantasia, gioiosa quanto profonda, a trasmettere sentimenti ed emozioni ricorrendo a simboli semplici (uova, libri, figure geometriche)” Da parte sua, Armodio, ha ripercorso le tappe della sua carriera, ricordando l’affinità artistica con Gustavo Foppiani (scomparso nel 1986) che “nella seconda metà del ‘900 avvio’ il recupero, in chiave di racconto, dei valori originali della metafisica e del surrealismo”.
Armodio (Vilmore Schenardi) è un artista contemporaneo italiano nato a Piacenza il 4 ottobre 1938. Come Giorgio Vasari nel pieno del rinascimento definì Andrea del Sarto il “pittore senza errori”, così oggi Vittorio Sgarbi utilizza la stessa locuzione nei confronti dell’artista contemporaneo Armodio per sottolineare la perfezione delle forme e l’eleganza delle opere realizzate dal maestro piacentino. L’oggetto che diviene prima concetto per poi sublimarsi in arte. Così non è infrequente che Armodio ci proietti in una dimensione metafisica e surreale dove gli oggetti di una realtà condivisa o “potenzialmente condivisibile” si trasformano in altro da sé, divenendo media con i quali il maestro comunica le proprie osservazioni e idee. Sono moltissime le critiche autorevoli, oltre il già citato critico italiano Vittorio Sgarbi, hanno parlato di Armodio autori anche Franco Solmi, Patrick Waldberg, Maurizio Fagiolo dell’Arco, Giorgio Mascherpa, Claudia Gian Ferrari e Giovanni Faccenda, soltanto per citarne alcuni. Le mostre d’arte di Armodio iniziano già nel 1963 quando espone nella sua città natale Piacenza per poi approdare a Roma (1964), Long Island N.Y. (USA, 1969), e ancora Napoli e Bologna (1971), Parma, Bolzano e Stoccarda (1972), Genova, Brescia, Bruxelles (1973) e ancora Anversa, Mantova, Belgrado, Basilea, Milano, Martigny, Parigi, Madrid, Venezia, Brindisi, Torino, Cracovia, Sartirana, Andria, Bari, Treviso, Lucca, Frankenhausen, Lugano e molte altre città.