Panatta si racconta a 360°: “Ero caruccio, ma adesso…”

Lo storico campione del tennis, Adriano Panatta, si è raccontato in una lunga intervista che ha rilasciato ai microfoni del quotidiano ‘Il Messaggero’. Nell’occasione ha parlato di tutto: del futuro, del presente e soprattutto del passato

Lunga intervista al Messaggero
Adriano Panatta (Ansa Foto) Notizie.com

Adriano Panatta non si è mai tirato indietro. Nella vita così come nello sport. Il nativo di Roma si è raccontato al ‘Messaggero‘ dove si è soffermato su molti argomenti. Ovviamente non si è potuto non soffermarsi sul tennis dove è stato un grande campione del passato. Tanto da dare un consiglio a chi vuole diventare un grande campione: “La marcia in più è tirare la palla lì e la palla va lì dove vuoi”. Le regole di questo sport possono insegnare anche a come gestire la propria vita “Senza regole sarebbe il caos, proprio come la vita normale“.

Il 72enne, ci tiene a precisare, che bisogna essere sempre competitivi, ma allo stesso tempo avere rispetto dell’avversario. Quello che non riesce ad accettare nel mondo dello sport e che non riesce affatto a perdonare è il rubare. Poi dà le sue percentuali su come è composta la psicologia del campione: “30% di consapevolezza, 30% di conoscenza e 40% di follia“. Poi si sofferma sulla generosità, un invito a tutti: “La prima persona che deve essere contenta sei proprio tu“.

Panatta sul passato: “Ero caruccio, ma ora sono innamorato di mia moglie

Lunga intervista al Messaggero
Adriano Panatta (Ansa Foto) Notizie.com

Non si è potuto non parlare dei suoi amori passati e soprattutto presenti. Un divertente aneddoto di quando era un giovane sportivo: “Diciamo che la maggior parte delle donne mi sono capitate, un buon 90%. Sarebbe presuntuoso dire che ero bello. Diciamo che ero “caruccio”, come si dice a Roma. Però non sono mai stato uno impossibile. Ci sono state delle donne molto meno belle di altre che mi hanno incuriosito molto di più. Ora però sono innamorato di mia moglie“. 

In conclusione si sofferma sulle cose che lo fanno stare bene: “Mi fa ridere il cinismo romano. Adoro l’ironia di Totò, la cattiveria di Eduardo o di Paolo Villaggio“. Sulla sua vita: “Mi reputo una persona fortunata. Più vincente che perdente“. In conclusione un pensiero su Jannik Sinner: “Non so se è un nuovo Panatta, ma posso confermare che abbiamo trovato un nuovo campione. Giocatore completo, giovane emergente, il futuro è suo“.

 

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