Si è molto dibattuto della candidatura della cucina italiana come patrimonio Unesco, ma è uno scandalo che non ci sia già
La cucina italiana è candidata come patrimonio Unesco. Un traguardo importante, ma anche tardivo considerato che nel mondo ci sono altri tipi di cucina che non sono elaborate e ricercate come la nostra che nono patrimonio Unesco da anni e questa è una stortura che va avanti da troppo tempo, da troppi anni. «Messico, Corea, Francia e Giappone sono le uniche cucine che, nella totalità o in parte, sono patrimonio Unesco: non può non esserci l’Italia», sostiene il ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, colui che insieme al Ministro della Cultura Sangiuliano ha presentato la candidatura.
Una “candidatura che si basa anche sull’importanza del nostro peculiare vivere culinario“, come ha sottolineato Lanza sul quotidiano La Verità, anche perché secondo lui viene percepito nel mondo come l’avere un’identità di uno stile di vita. Una firma vera e propria. Un modo per esaltare la peculiarità dello stile italiano nel mondo che non è altro un insieme “di pratiche sociali e rituali dalle tradizioni millenarie”, che deve essere esaltato e soprattutto conservato per le generazioni che verranno, le quali a loro volta potranno inserire le loro idee, ma partendo da una base solida che si riporta da millenni.
L’Italia è piena di risorse e prelibatezze alimentari
Spesso e volentieri non ci si accorge delle ricchezze, delle varietà e della bontà delle cucine regionali. I posti dove la cucina italiana ha preso la notorietà. La varietà delle nostre cucine regionali rende l’Italia un Paese ricchissimo di eccellenze enogastronomiche. Non soltanto i prodotti alimentari, ma anche vini, birre e tanto altro ancora fanno parte della ricchezza della cucina italiana.
Basti pensare che per il 2023, tra i vini che hanno vinto un premio ci sono il primitivo di Gioia del Colle e il vermentino di Sardegna; per non parlare delle birre, come la Nut birra di Pordenone e la Dolcenera di Ornago. Per il cibo spiccano la nduja di Vibo Valentia, il pane montanaro di Bologna e il formaggio Zoncolan di capra allo schioppettino del Friuli Venezia Giulia. L’elenco potrebbe essere ancora più lungo e variegato, ma spesso di tutte queste cose ce ne dimentichiamo in maniera piuttosto frettolosa.