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L’ematologo in esclusiva a Notizie.com: “Berlusconi? La risposta alle cure sarà decisiva”

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Paolo Colantoni

Claudio Cerchione, dirigente medico della Divisione di Ematologia dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori Dino Amadori, in esclusiva a Notizie.com

Silvio Berlusconi è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale San Raffaele da mercoledì e combatte, secondo il bollettino medico emesso ieri dalla struttura ospedaliera, con un’infezione polmonare che “si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui Egli è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta”.

Il professor Cerchione, ematologo, sulle condizioni di Silvio Berlusconi – Notizie.com

Il Dottor Claudio Cerchione, dirigente medico ricercatore presso la Divisione di Ematologia dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” – IRST IRCCS di Meldola (FC), e Presidente della SOHO Italy, ha risposto in esclusiva alle nostre domande, chiarendo tutti gli aspetti della malattia e della terapia alla quale il leader di Forza Italia si sta sottoponendo.

Professor Cerchione, quando parliamo di leucemia mielomonocitica cronica, a cosa ci riferiamo?
“Le leucemie si dividono in acute e croniche. Le acute sono quelle che hanno un esordio improvviso e rapido, come quella di Mihajlovic: un fulmine che ti arriva a ciel sereno e che richiede trattamenti istantanei con un immediato rischio di vita. Le croniche non sono meno gravi, ma hanno un esordio più lento nel tempo. Talvolta non richiedono trattamenti. Ci sono pazienti che fano monitoraggi per molti anni. Con la necessità di intervenire quando c’è un cambiamento. L’acuta nasce già come una battaglia da combattere in modo importante e con le migliori armi possibili. Le croniche sono subdole, quando pensi che ormai ci stai convivendo senza problemi, c’è il rischio che si acutizzi all’improvviso”.

Nello specifico questa leucemia quanto è aggressiva?
“Tra le leucemie croniche ne esistono tanti tipi. La mielomonocitica cronica è una patologia rara, che è a cavallo tra le sindromi mielodisplastiche e le sindromi mieloproliferative”.

Dove nascono i problemi?
“Il problema di una leucemia cronica è l’aumento dei monociti, una sottopopolazione dei globuli bianchi. Se aumentano troppo, c’è il rischio che la leucemia passi da una forma cronica ad una acuta. In quel caso i mielomonociti cattivi  bloccano la produzione normale delle cellule del sangue. Se non produco globuli rossi divento anemico; se non produco i globuli bianchi non ho più le cellule che ci difendono dalle infezioni ed è il motivo per cui, presumibilmente, il presidente Berlusconi ha sviluppato la polmonite, se non produco le piastrine c’è il rischio di sviluppare emoraggie.  La stragrande maggioranza dei pazienti che perdiamo, muoiono a causa delle complicazioni.

Il dottor Cerchione, specialista in ematologia – Notizie.com

Le terapie, compresa quella a cui si sta sottoponendo Berlusconi, come agisce?
“Le terapie che noi mettiamo in atto vanno a migliorare nel medio-lungo termine la malattia, ma pongono ancor più a rischio di citopenie. Per quanto sono terapie intelligenti, che agiscono sul dna, hanno tra i loro effetti collaterali il peggioramento delle citopenie”.

I risultati su Berlusconi sono già evidenti?
“Il risultato non è immediato. La cura standard che si fa in Italia e nel mondo, sono gli agenti demetilanti, che sono una sorta di chemioterapici di nuova generazione, che vanno a revertire il colpo sul Dna che sviluppa la malattia. Le terapie vanno comunque di pari passo alle terapie di supporto: le trasfusioni e i fattori di crescita. Il miglioramento non è dovuto all’efficacia immediata della terapia. Sono le terapie di supporto che danno una mano.  I pazienti ematologici vivono a pane, antibiotici, fattori di crescita e trasfusioni”.

Nel caso di Berlusconi, quanto influisce l’età e le situazioni pregresse?
“Sono situazioni fondamentali. Partiamo da un presupposto: l’unica cura in, questo caso è il trapianto del midollo osseo. Per un uomo della sua età, un trapianto è impensabile. Le sue prospettive sono di cronicizzazione. L’obiettivo è rendere la malattia cronica. Nei pazienti in cui le terapie sono efficaci, la qualità della vita diventa buona”.

Quindi in questo caso?
“Le cure sono personalizzate. Il modo in cui il fisico di Berlusconi risponderà a queste cure, ci permetterà di capire tante cose. Ripeto, la cura definitiva è il trapianto, se non si è nella possibilità di realizzarlo, bisogna cronicizzare. In caso di efficacia delle cure si può tornare a fare la propria vita normale. Il problema, sono le complicanze: che potrebbero arrivare dalla malattia e dalle cure stesse.

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