Arrivano importanti novità direttamente dalla Turchia. Precisamente da Ankara dove il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha incontrato il suo omologo Mevlut Cavusoglu. In conferenza stampa il politico russo ha annunciato delle importanti novità per quanto riguarda i negoziati e soprattutto in merito all’accordo sul grano. Per quanto riguarda il primo punto Lavrov non indietreggia di un centimetro ed ammette che finché non verranno esauditi gli interessi da parte della Russia, allora continuerà ad essere una proposta che non verrà presa minimamente in considerazione.
Al contrario, invece, se dovessero trovare un accordo per porre fine alla guerra ed, allo stesso tempo, accettare le richieste russe allora potranno porre le armi. In quel caso, quindi, sarebbero aperti ad un possibile negoziato. Anche se, come ha ribadito lo stesso capo della diplomazia di Mosca, ha fatto sapere che l’Occidente non vuole un negoziato. Una porta che, quindi, non è del tutto chiusa. Poi si sofferma sui media: “Dicono che incontrerò il segretario di Stato americano Anthony Blinken. Lo hanno chiesto anche a lui. Se dovessimo ricevere una richiesta, di questo tipo, dagli Stati Uniti D’America, potremmo valutarla“.
Parole diverse, invece, quelle che sono state utilizzate per un possibile accordo sul grano. Direttamente da Ankara, infatti, il ministro degli Esteri russo ha fatto sapere che il suo Paese potrebbe seriamente pensare di abbandonare l’accordo che ha sbloccato le esportazioni di grano dai porti dell’Ucraina. Se non sarà permessa l’esportazione anche dei prodotti russi. Punta, nuovamente, il dito contro l’Occidente accusandolo di non avere affatto un atteggiamento costruttivo su questo conflitto in Ucraina.
Queste sono alcune delle sue parole: “Se non ci saranno progressi positivi nel rimuovere gli ostacoli per le esportazioni di grano e fertilizzanti russi, valuteremo se questo è un accordo necessario. In Turchia verrà creato un centro per l’invio del gas russo ai mercati mondiali“. Dalla Turchia, invece, spingono per un definitivo “stop” alla guerra. Per il suo omologo turco, infatti, il tutto dovrebbe terminare attraverso il dialogo ed il negoziato.