Un medico si è rifiutato di visitare le pazienti donne e il motivo ha a che fare con il suo problema nel riconoscere gli organi sessuali.
E’ scoppiato un vero e proprio caso in provincia di Vicenza, dove i Carabinieri del Nas si sono trovati costretti a fare degli approfondimenti investigativi nei confronti di un medico di base di origini israeliane che fino a questo momento si trovava in servizio a Valdastico.
Stando a quanto riporta anche Leggo.it, il medico si è rifiutato di visitare le pazienti donne, senza contare la sua decisione di non volere avere nessun tipo di rapporti di lavoro con le direttrici della casa di riposo del luogo: una situazione davvero incresciosa e davanti alla quale nessuno si sarebbe mai aspettato di dovere avere a che fare.
Pare infatti che il problema sia legato a quello che il medico in questione stesso ha detto, ovvero la difficoltà nel riconoscere gli organi sessuali femminili da quelli maschili. Ma entriamo ancora di più nel particolare e cerchiamo di capire che cosa è accaduto.
Medico non vuole visitare le donne: i Carabinieri hanno aperto una indagine
Proprio una situazione difficile è quella che si è venuta a creare nel vicentino, dove un medico israeliano è sotto inchiesta da parte deli Carabinieri del Nas per avere ammesso di non volere visitare le pazienti donne e anche per non volere in nessun modo avere rapporti con le direttrici della casa di riposo del posto.
Ma i problemi non sono finiti qua, ad aggiungersi al calderone ci sta anche la scoperta di questi suoi comportamenti in contrasto con l’etica professionale e poi: errori di scrittura nelle ricette, nelle quali il professionista confonde organi sessuali maschili e femminili nelle prescrizioni delle visite che gli vengono richieste e cosi via; proprio nella giornata di ieri i Carabinieri del Nas hanno portato avanti delle verifiche prelevando anche dei documenti che si trovano sia nel Comune di Vicenza e sia all’interno della casa di riposo e adesso sono in corso le indagini e tutti gli approfondimenti.
Ad avere segnalato la questione alla Procura della Repubblica di Vicenza è stato il Sindaco del comune vicentino, Claudio Sartori, che in precedenza aveva anche parlato del problema pubblicamente e nello specifico ai microfoni dell’emittente Tva Vicenza. Il sindaco aveva ricevuto decine di segnalazioni da parte dei residenti e aveva deciso di inviare la documentazione raccolta alla magistratura.