“Non credo che la mia uscita dal Pd causerebbe particolari angosce al gruppo dirigente di Schlein. Anzi, noto un certo fastidio per chi la pensa come me”. Lo ha dichiarato in un’intervista a Repubblica l’ex parlamentare dem Andrea Marcucci.
“Non credo che la mia uscita dal Pd causerebbe particolari angosce al gruppo dirigente di Schlein. Anzi, noto un certo fastidio per chi la pensa come me. Se il Pd confermasse l’impostazione che dicevo, e mi pare lo faccia sempre di più giorno dopo giorno, un liberal democratico non può che guardare altrove. E non vedo alternative rispetto al Terzo Polo”.
Lo dice in un’intervista a Repubblica l’ex parlamentare dem Andrea Marcucci. “La logica è quella di rifare i Ds – continua– ma senza la loro nobiltà. Ricordo che l’ultimo segretario è stato un politico di spessore come Piero Fassino, persona che stimo. È la linea Bettini: una virata decisa a sinistra, per fare concorrenza al Movimento 5 Stelle”.
Marcucci nell’intervista a Repubblica, bacchetta pure Stefano Bonaccini: “Prima del congresso, col senno di poi, ha sbagliato a dare per scontata la vittoria e ad avallare le regole delle primarie. Lui ha vinto tra gli iscritti, ricordiamolo. Si è ottenuto troppo poco nella formazione della segreteria. I rapporti numerici sono lontanissimi dall’esito del congresso tra gli iscritti, ma anche dal risultato delle primarie. Io non avrei fatto accordi, sarei rimasto fuori dalla segreteria, per far vivere la dialettica interna. Sono tra quelli che pensano che le nostre riflessioni di questi anni siano state sonoramente sconfitte. E che questa segreteria voglia delegittimare queste posizioni. Se così fosse dunque direi che no, non esiste più. Spero di sbagliarmi” questa la chiusura dura sul destino di Base riformista nel Pd.
Insomma dopo il varo social della nuova segreteria targata Elly Schlein, è legittimo porsi una domanda: c’è una guerra in corso dalle parti del Nazareno? L’ex parlamentare dem, è solo uno dei primi a minacciare di andare via dal Pd? Andrea Marcucci ha di fatto acceso la miccia, e non è con l’intervista di oggi a Repubblica, che lo fa per la prima volta. Solo pochi giorni fa al Foglio, aveva dichiarato : “Avevo detto Melenchon ma il profilo scelto dalla segretaria assomiglia molto anche a quello di Corbyn, le premesse del suo discorso di insediamento, rispetto all’indirizzo politico, sono state rispettate: questa segreteria è totalmente prevedibile nei profili, ed è evidente che l’area riformista moderata è stata marginalizzata e che la linea appare schiacciata verso sinistra“.