Il ministro delle Imprese Urso fa il punto della situazione su quanto devo spingere l’Italia e l’Europa per non perdere terreno con i cinesi
Alla ricerca della pietra e delle pietre che potrebbero risollevare le sorti del nostro paese da un punto di vista di materie prime. L‘Italia da questo punto di vista è sempre stato un paese all’avanguardia, almeno fino a qualche anno fa, ora è giunto il momento di rimettersi in pista e trovare le materie prime di cui, si dice, il nostro paese è ricco. «Sull’estrazione di terre rare l’Italia si sta muovendo in anticipo. L’Europa ha capito che sul fronte della transizione green bisogna darsi obiettivi sfidanti e quello delle materie prime è un settore strategico, non solo dal punto di vista industriale, ma è in gioco la nostra libertà e sovranità». A spiegarlo così bene è il ministro per le Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il numero uno del dicastero spiega la posizione del governo rispetto a quello che dice la Ue sulle materie prime strategiche, aggiungendo tra l’altro,«che serve un’operazione di onestà: la transizione ecologica non è pranzo di gala ma una nuova rivoluzione industriale, per arrivare pronti al 2030 ci dobbiamo porre obiettivi sfidanti».
La nuova frontiera tecnologica per l’Europa sono 34 elementi chimici necessari per poter produrre batterie per auto elettriche e centrali elettriche da fonti rinnovabili, pannelli solari, semiconduttori e che dovranno affrancarci dalla dipendenza estera. «In questi anni Pechino ha seguito una politica espansionistica con acquisizioni di giacimenti, specie in Africa e concentrando poi la lavorazione in patria», dice Urso senza filtri e senza avere paura di mettersi contro qualcosa o qualcuno.
Ma cosa dice esattamente il regolamento Ue su questo tipo materia che non è poi così semplice anche se, come si dice da più parti, si sta sempre parlando di pietre.«L’Europa si è posta quattro obiettivi: aumentare la produzione interna fino al 10% del consumo previsto nel 2030, che per alcuni minerali significherà un aumento della domanda da 3 a 10 volte”. Obiettivi che non sono facili da raggiungere, soprattutto se si considera il momento, ma per Urso l’Italia potrà incidere sulla produzione e anche in tempi relativamente breve e precisi: «Il lavoro che stiamo terminando con il ministro Pichetto è proprio di aggiornare entro i prossimi tre-quattro mesi una mappa che è ferma da oltre 30 anni. È stato aperto un tavolo sulle materie prime critiche e dalle prime stime in Italia ci sono 15 dei 34 elementi”.
Non sarà facile trovare nuove materie prime che possano dare aiuto all’Italia per incrementare la produzione e potersi mettere alle spalle un periodo nero da questo punto di vista. Al momento, il Belpaese prende da altri paesi e paga diversi soldi, ma secondo alcuni studi geologici, le materie prime non mancano, basta solo trovarle: «Parleremo con tutti: Regioni, comunità locali, imprese e sindacati, con l’entrata in vigore del regolamento Ue ci saranno anche delle riforme legislative necessarie. Non verranno messi a repentaglio i nostri standard di tutela ambientale e sociale. “