Nervi tesi nel Terzo Polo. In attesa del congresso e del conseguente scioglimento delle due forze politiche che partecipano al progetto, continua lo scambio di accuse fra gli esponenti di Italia Viva e Azione, con il coinvolgimento dei pesi massimi dell’aggregazione centrista. Luigi Marattin (Italia Viva) a Notizie.com: “Il punto per me è costruire con chi ci sarà il partito di cui abbiamo delineato i contorni”
Nervi tesi nel Terzo Polo? In attesa del congresso e del conseguente scioglimento delle due forze politiche che partecipano al progetto, continua lo scambio di accuse fra gli esponenti di Italia Viva e Azione, con il coinvolgimento dei pesi massimi dell’aggregazione centrista.
Dopo il ‘richiamo’ di Carlo Calenda a Matteo Renzi, perche’ l’ex premier “non confonda” politica e informazione, e’ il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, a tornare sul doppio ruolo del leader di Italia Viva: “Deve decidere se fare politica o informazione”, spiega. Il riferimento e’ all’incarico di direttore del Riformista assunto la scorsa settimana da Renzi.”Quando mi telefona, Renzi mi parla del partito o mi intervista come direttore?”, si chiede Richetti.
Ma a dividere i componenti dei due partiti, sarebbe soprattutto il ruolo destinato ai due leader. Carlo Calenda contro Matteo Renzi. “Quello della leader leaderschip è un falso problema“, ha detto in esclusiva a Notizie.com, il deputato di Italia Viva Luigi Marattin, sentito proprio su cosa stia accadendo in queste ultime ore all’interno del Terzo Polo. “Chi vuole sfidare Carlo Calenda per la leadership e’ il benvenuto”, ha sottolineato invece ancora Richetti: “Prima di definire le caratteristiche della leadership, dico che la leadership l’abbiamo messa in campo e scritta nel simbolo. Quella leadership la sosteniamo con forza“, ha aggiunto il capogruppo alla Camera. Ma sulla vicenda, attraverso i suoi social si è espresso però anche lo stesso leader di Azione Carlo Calenda “Per quanto concerne Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte“.
Poi il Corriere della Sera per primo, e quindi tutti gli altri quotidiani nella versione on line scrivono: È divorzio (burrascoso, più che consensuale) tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. L’addio al partito unico del Terzo polo si è consumato stamattina, dopo l’ennesimo botta e risposta tra il leader di Azione e quello di Italia viva. «Posizioni ormai inconciliabili», fanno sapere da entrambi i fronti.
“Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi. Meno male che dal 10 giugno si vota in modo democratico”. Queste invece le parole di Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva. “Il punto per me è costruire con chi ci sarà il partito di cui abbiamo delineato i contorni”. Prova a sfilarsi dal botta e risposta Luigi Marattin e superare quella che sembra una vera e impasse. L’intervista in esclusiva a Notizie.com (registrata poco prima che si parlasse di rottura)
Onorevole Marattin, che accade dentro il Terzo Polo?
“Ma non lo so… tenderei a non stare dietro al detto non detto, al commento del commento. Io sono concentrato sull’obiettivo, c’è da costruire un partito, ovviamente con chi ci sta a farlo!”
Mi pare una sottolineatura non da poco…Con chi ci sta a farlo. Mia deduzione da giornalista, vuol dire che qualcuno o più di qualcuno da una parte e dall’altra non vuole starci?
“Ripeto, punto di vista di Luigi Marattin: la questione per me è costruire con chi ci sarà il partito di cui abbiamo delineato i contorni…Poi però non credo di essere il solo a pensarla così. Sul territorio, e anche fuori da Roma, sono in tanti quelli che vogliono si vada avanti, che la si finisca di commentare ogni singola dichiarazione. Poi voi giornalisti ci mettete del vostro…”
Ci metteremo anche del nostro, sta di fatto che da quando Matteo Renzi ha annunciato che sarà per un anno direttore editoriale de il Riformista, qualcosa a livello comunicativo è andato per il verso sbagliato. Mi riverisco anche all’intervista che Carlo Calenda qualche giorno fa ha rilasciato alla Stampa…
“Bisogna mettersi d’accordo su cosa chiedere a Renzi. Si deve mettere ai voti anche il fatto che lui possa o non possa fare il direttore de il Riformista? Cosa altro vogliamo chiedere a questo “ragazzo”?”
Ma il tema al centro di questi botta e risposta è non è la leaderschip del Terzo Polo?
“Quello della leaderschip è un falso problema. A ottobre ci sarà un congresso e gli iscritti ai partiti potranno decidere. Il punto è portare avanti la costruzione di questo partito unico”.
Marattin sta cercando di avere un atteggiamento costruttivo, insomma le sue parole devono valere da pungolo?
“Mettiamola così, sono da pungolo verso il superamento della singola dichiarazione o del singolo commento. Poi se c’è chi ha dubbi da qualunque parte, dico anche tanti auguri! Vogliamo andare avanti con chi ci sta, senza mettere la pistola alla tempia a nessuno. Abbiamo voglia di fare, perchè siamo arrabbiati. Anzi affamati!”