L’Esorcista del Papa, atteso thriller con protagonista Russell Crowe, è stato accusato dalla chiesa di una certa ambiguità nel trattare il tema dell’esorcismo.
Fin dalle sue origini, la chiesa romana ha esercitato il proprio potere temporale e spirituale per influenzare la produzione artistica del mondo cristiano. Innumerevoli gli esempi di artisti censurati dal potere ecclesiastico e svariate le opere precluse al grande pubblico, per paura che queste potessero nuocere al ruolo della chiesa all’interno della società. Recentemente, L’Esorcista del Papa con Russell Crowe – in uscita domani 13 Aprile – è stato duramente criticato da alcuni esponenti della Chiesa, a causa di una descrizione piuttosto sfavorevole degli ambienti ecclesiastici.
E’ scontato precisare che, da qualche decennio, l’influenza della chiesa sulla produzione artistica è stata sensibilmente ridimensionata e il mondo dell’arte si è ampiamente espresso nei confronti del contesto ecclesiastico. Il cinema, è una di quelle poche forme d’arte formatasi in un periodo storico in cui l’autorità della chiesa aveva già patito un profondo decadimento e, infatti, la produzione cinematografica novecentesca non ha quasi mai sofferto delle vere e proprie censure da parte della Chiesa. Ci sono state tuttavia numerose occasioni in cui il Papa, o chi per lui, ha esplicitamente manifestato delle perplessità nei confronti di alcuni prodotti di massa, che dipingevano a tinte scure il mondo della chiesa. L’Esorcista del Papa, atteso thriller con Russell Crowe nei panni del celebre padre Amorth, è uno di questi e l’AIE (Associazione Internazionale degli Esorcisti) si è espressa negativamente dopo aver preso visione del trailer ufficiale.
Un film contro la chiesa?
Il comunicato recita: “Gli ambienti vaticani, dipinti con la solita collaudata gamma di tinte chiaroscurali, danno al film un effetto ‘alla Codice da Vinci’, per insinuare nel pubblico il solito dubbio di chi sia il vero nemico, il diavolo o il ‘potere’ ecclesiastico”. Difatti, nel trailer appare evidente questa ambiguità, contro cui l’AIE ha proseguito: “L’esorcismo così rappresentato diventa uno spettacolo finalizzato a suscitare forti e malsane emozioni, grazie ad una scenografia cupa, con effetti sonori tali da suscitare soltanto ansia, inquietudine e paura nello spettatore. Il risultato finale è di infondere la convinzione che l’esorcismo sia un fenomeno abnorme, mostruoso e pauroso, il cui unico protagonista è il demonio, le cui reazioni violente si possono fronteggiare con grande difficoltà; il che è l’esatto contrario di ciò che si verifica nel contesto dell’esorcismo celebrato nella Chiesa Cattolica in obbedienza alle direttive da essa impartite”.
E’ evidente che, nonostante alcune delle critiche mosse dall’associazione siano fondate, il prodotto audiovisivo preso in considerazione debba scendere a patti con una dimensione spettatoriale imprescindibile, senza la quale difficilmente si potrebbe immaginare di attirare pubblico in sala. Di conseguenza, a costo di rinunciare alla verosimiglianza, gli sceneggiatori hanno imboccato la strada dell’intrattenimento, mettendo in scena una proficua ambiguità.