Sono passati quasi due mesi dall’attacco di alcuni eco-vandali alla statua situata in piazza Duomo. Dove hanno cosparso di vernice il monumento che, a quanto pare, non va affatto via
Altro che moda, sono dei veri e propri atti vandalici quelli che si stanno verificando in questo periodo. Gli eco-vandali hanno imbrattato il monumento situato in piazza del Duomo a Milano. Sì, proprio quello che raffigura Vittorio Emanuele II. Gli stessi che si erano resi protagonisti di un altro episodio, ovvero la deturpazione della statua di Maurizio Cattelan in piazza della Borsa (nei primi di gennaio). Il tutto sotto agli occhi dei presenti che, scandalizzati, hanno assistito alla scena a bocca aperta. C’è chi ha lanciato subito l’allarme e chi ha voluto riprendere con il proprio cellulare quello che stava accadendo in quel momento.
A quasi due mesi da quell’attacco, però, i risultati non sono affatto dei migliori. La vernice, a quanto pare, non va via. Tanto è vero che il Comune di Milano è stato costretto a indire un bando per il restauro della statua. Altro che “vernice lavabile” come riportano gli attivisti di ‘Ultima generazione‘. Il loro termine (appunto ‘lavabile’) vuol dire esattamente il contrario: ovvero una vernice resistente all’acqua. La stessa che, anche se lavata, rimane comunque intatta. Ed in tutto questo cosa fa il primo cittadino, Beppe Sala? Rimane in silenzio. Nessuna dichiarazione da parte del sindaco.
Nessuna condanna né altro da parte del primo cittadino. Pensiero diverso, invece, per il suo omologo fiorentino Dario Nardella. Quest’ultimo ha puntato il dito ed alzato la voce contro questi vandali. Gli stessi che hanno imbrattato la facciata di Palazzo Vecchio. Il consigliere della Lega, Samuele Piscina, ai microfoni del ‘Giornale.it’ ha fatto sapere: “Una consigliera del Pd è riuscita anche a giustificare in aula consiliare i delinquenti che l’hanno deturpato in nome dell’ambiente! Milano é la barzelletta d’Italia, anzi d’Europa”.
Dal governo arrivano delle importanti novità. L’obiettivo è lo stesso: evitare che possano accadere altri episodi del genere. Chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, per un minino di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela. Nel caso in cui dovesse trasgredire questa regola potrebbe essere sanzionato con una multa che va dai 500 ai 1.000 euro. Non solo: secondo quanto detto da Fdi c’è anche il rischio di reclusione da sei mesi a tre anni.