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Tommaso Foti, FdI: “Dal Def ai migranti ieri dal Cdm le risposte giuste”
Published by
Mauro Simoncelli
2 anni ago
Il Capogruppo alla Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia ha spiegato gli interventi del governo sullo stato d’emergenza e sul cuneo fiscale
Il governo ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo.
Lo stato d’emergenza è lo strumento con cui si affronta, con mezzi e poteri straordinari, una calamità, dalle crisi umanitarie agli eventi naturali come terremoti o alluvioni. Nella giornata di ieri, il governo Meloni lo ha deliberato, per 6 mesi, in materia di immigrazione.
Lo stato d’emergenza era la risposta giusta
Nella decisione che è stata presa in occasione del Consiglio dei ministri, che si è svolto martedì 11 aprile a Palazzo Chigi, il governo ha deliberato lo Stato di emergenza per la questione migranti, che sarà sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro e avrà la durata di sei mesi. Sulla questione è intervenuto ai microfoni di Notizie.com, il capogruppo alla Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti. “L’incontro è stato positivo e produttivo e con il documento di Economia e Finanza, le cose stanno andando per il verso giusto senza peraltro voler comunque dare l’impressione che i problemi non sussistano”, ha dichiarato Foti, che ha aggiunto “l’immigrazione è stata affrontata nel modo giusto con lo Stato d’emergenza, oggi peraltro attendiamo che l’Europa dia anche il suo di segnale e, per chi pensa di deturpare i monumenti pubblici, ci sarà una giusta sanzione perché non si può rovinare il patrimonio pubblico”.
L’intervento del governo sul Documento di Economia e Finanza
Foti ha ribadito anche le altre decisioni prese dal governo sul Def: “I tre miliardi di cuneo fiscale per i ceti medio bassi intanto ci sono e prima non c’erano. Questa è la prima cosa che dobbiamo cominciare a dire, quindi questo è il primo passo in avanti, poi noi dobbiamo necessariamente attendere come procede la questione dei tassi d’interesse, perché, quello che nessuno sta dicendo, è che nei prossimi tre anni, proprio con l’aumento dei tassi deliberato ad inizio di quest’anno, ci saranno 66 miliardi d’interessi in più che dobbiamo pagare come Stato”.
Il capogruppo si è anche soffermato sulla richiesta da avanzare all’Europa per una maggiore flessibilità sul PNRR: “Penso che la flessibilità diventerà a breve un tema europeo e non solo italiano”, ha continuato Foti, “perché chiunque va a vedere fino in fondo le richieste anche degli altri stati, si accorgerà che l’unico stato che ha chiesto la terza tranche, è stata proprio l’Italia, altri non hanno neanche depositato la prima. E quindi, c’è stato nei giorni scorsi su un quotidiano nazionale, un articolo molto interessante a riguardo, probabilmente quando si è fatto il PNRR, qualcuno anche in ambito nazionale, non ha valutato fino in fondo quali erano i problemi reali e a livello europeo qualcuno non abbia valutato come alcuni obiettivi non siano così facili da raggiungere per nessuno. Quindi io penso che vi sarà una riprogrammazione seria che consentirà di spendere bene i soldi che sono sul tavolo”, ha concluso il capogruppo.