Recensione a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. “Liberami. Quando la rete diventa una trappola”: il libro edito da Coccole Books, scritto da Cinzia Capitanio è in vendita per 11,50 euro in tutte le librerie italiane e gli store online.
Protagonista è Cloe, una ragazza, una studentessa che si sente prigioniera nella propria vita, come se le mancasse l’aria, senza la possibilità di sentirsi libera. Viene infatti raccontato a pagina 9 come l’arrivo della pandemia, delle mascherine abbia modificato molte abitudini scolastiche anche in quel mondo chiamato aula. “La scuola è cambiata. I banchi sono distanziati l’uno dall’altro, rendendo impossibile chiacchierare come si faceva prima. Di punto in bianco siamo diventati piccole isole solitarie. Gli occhi sono stati a lungo le uniche finestre attraverso le quali comunicare e osservare silenziosamente le emozioni altrui visto che dovevamo indossare la mascherina“; con questo pensiero la scrittrice racchiude in modo esemplare quanto avvenuto nelle scuole di tutta Italia. È stato facile per me identificarmi con questa ragazza, perché anche io – tempo addietro – provavo le stesse sensazioni. Nell’ambito scolastico, per esempio, uno dei momenti più complicati era quello della ricreazione, che evidenzia le personalità solitarie, quelle che per scelta propria o degli altri, fanno maggiore fatica a integrarsi.
È proprio il caso di Cloe che nella sua classe non ha amici: ha perso anche quella dell’unica compagna che si portava dietro dalle elementari. Le coetanee parlano di social, vestiti, trucchi, diete e ragazzi: tutti argomenti che avverte come lontani dalle sue esigenze attuali. Per di più, un circolo di ragazze più disinibite e aperte di lei creano una barriera impenetrabile tanto da causarle dolorose esperienze. Infatti, nel secondo capitolo, la giovane rivela che il periodo della didattica a distanza è stato il più bello della sua vita. Il tempo libero lo trascorreva sul web, un mondo nel quale poteva essere chi voleva. Il suo atteggiamento ha allontanato l’unico compagno di classe che con lei era gentile ovvero Thiago, che avrà un ruolo chiave nello sviluppo della storia. Il suo rifugio sono i videogiochi dove, scegliendo i personaggi giusti più forti, aggressivi e temerari si era costruita una corazza. Anche Cloe, come tante altre persone nella società di oggi, trova più facile comunicare con gli altri seguendo le regole della realtà virtuale, diverse da quelle della vita reale. Dentro un gioco si fa amicizia, si comunica nelle chat e nella maggior parte del tempo non c’è modo di pensare a cosa dire per farsi accettare perché ciò che conta davvero è l’abilità nel gestire la partita e superare i vari livelli. Il resto non ha la stessa importanza. Nel mondo dei players Cloe non esiste: si sente libera e si fa chiamare Freedom. Adora la sensazione di libertà che il web le offre e che le permette di fuggire anche dall’oppressione della madre che ha imposto a lei e il fratello una baby-sitter indisponente.
Le cose si mettono male quando un pomeriggio la ragazza attiva il suo avatar e poco dopo viene contattata da un ragazzo virtuale bellissimo che si fa chiamare Mark05 con il quale inizia una chat profonda e che si rivela tanto eccitante quanto pericolosa. Nella testa di Cloe frullano le raccomandazioni dei suoi genitori ‘non dare ascolto agli sconosciuti’. Mark05 però da esperto del mondo virtuale invita la ragazza ad essere ciò che vuole e questo la affascina. Intanto Thiago si dichiara: ma Cloe non riesce a credere che possa dire sul serio. Per carattere e aspetto estetico si reputa sbagliata, un atteggiamento classico nell’adolescente che manchi di autostima. Un problema diffuso, a livello emotivo e affettivo, tra i ragazzi di quella età che, se da un lato non vedono l’ora di sperimentare e affrontare con curiosità nuove sfide, dall’altro non mancano di paure e angosce. Questo è ciò che accade in questa storia con Thiago: lui le dice cose carine, di apprezzamento, ma lei lo rifiuta con distacco, è insicura e per questo preferisce tuffarsi nella virtualità con Mark che nella quotidianità vera con il compagno di classe in carne ed ossa. Inizia, così a vivere due vite: quella virtuale con Mark e quella vera con Thiago.
Il primo fa fare alla ragazzina cose poco sane come l’invio di foto intime a uno sconosciuto, il secondo la mette in guardia dai pericoli di questo comportamento. Nonostante sia stata messa sull’avviso, Cloe – mentendo ai genitori – decide di incontrare il misterioso avatar. Thiago in un primo momento contrario nell’accompagnarla nel posto designato – la stazione centrale di Milano – poi si presterà a scortarla, per evitare che attraversi la città da sola. Lì Cloe si accorge, da vari indizi, che Mark non è suo coetaneo bensì un adulto ed è travolta da un attacco di panico. Fortunatamente Thiago – rimasto, a sua insaputa, a monitorare il tutto -la porta a casa sua dove la madre del ragazzo la aiuta a riprendersi, mentre lui mette i genitori di lei a conoscenza della situazione. Spaventati, in un primo momento questi adulti sembrano essere quasi irritati da Thiago ma Cloe prontamente svela che se è salva e proprio grazie alla prudenza del coetaneo che le aveva anche sconsigliato di chattare con il tizio losco. Il padre di Cloe la accompagna a sporre denuncia. La polizia mette in atto un piano per incastrare il maniaco/pedofilo che viene assicurato alla giustizia.
Cloe – aiutata dai suoi genitori e da una psicologa – cerca di riprendere in mano la propria vita scolastica e familiare. Con il passare del tempo, intuisce che Thiago è davvero speciale e decide di aprirsi con lui sentimentalmente. Cloe ha anche capito che anche la vita delle altre ragazze non è perfetta e che tutte hanno i loro problemi in vari ambiti.
Le pagine scritte da Cinzia Capitanio spiegano benissimo i rischi della rete, le trappole del web e l’uso non consapevole di cellulari e foto. Sono tantissime le ragazzine anche piccole – meno di 11 anni – che utilizzano internet, si scambiano foto e si iscrivono ai social network senza il controllo di adulti responsabili. Nel libro, vengono trattati tanti temi: solitudine, incomprensione, distacco generazionale, bullismo scolastico, pedofilia. Lo consiglio a tutti i genitori ma anche agli adolescenti perché apre gli occhi sulla società attuale che, come una matrioska, ha in sé sorprese non sempre liete. La morale è imparare ad avere un dialogo vero con i propri genitori, a saper scegliere le amicizie sincere con cui confidarsi, a non aver paura di dire la verità.