“Questa accelerazione isterica penalizza Calenda. Renzi resta al centro dello scacchiere politico”. Lo ha dichiarato in esclusiva a Notizie.com, Andrea Ruggeri , ex parlamentare di Forza Italia, e direttore responsabile del Riformista che affiancherà Renzi, nuovo direttore editoriale del quotidiano di proprietà dell’imprenditore Alfredo Romeo.
Romano, classe 1975, era stato scelto nel 2015 da Silvio Berlusconi per gestire le presenze degli esponenti di Forza Italia nelle trasmissioni televisive e radiofoniche.
È stato deputato di Forza Italia nella legislatura che si è chiusa nel 2022. Andrea Ruggeri, è il nuovo direttore responsabile de il Riformista che affiancherà Matteo Renzi, nuovo direttore editoriale del quotidiano di proprietà dell’imprenditore Alfredo Romeo. L’annuncio, è stato dato poco meno di 48 ore fa, dallo stesso leader di Italia Viva, fresco oggi della rottura con Carlo Calenda, in vista di quello che doveva, ma forse non poteva, diventare un partito unico all’interno del Terzo Polo. Al direttore responsabile de Il Riformista, Notizie.com ha chiesto in esclusiva cosa pensi di questo divorzio politico che chi è appena consumato. Chi ne esce, se non con le ossa rotte, ma magari penalizzato? “Questa accelerazione isterica penalizza Calenda. Renzi resta al centro dello scacchiere politico”. Ecco cosa ci ha risposto Andrea Ruggeri in questa intervista.
Direttore, cosa è successo tra Renzi e Calenda?
“La lite è personale e poco politica. Renzi si è dimostrato e si dimostra più riflessivo. In questi mesi ha fatto un passo indietro, abbracciando de lato anche questo progetto de il Riformista che credo lo entusiasmi davvero. Da parte di Calenda io vedo un atteggiamento prepotente. Ricordo che nell’arco di 6 mesi ha rotto un accordo politico con Enrico Letta, e ora straccia pure questo…Ha agito con la fretta di diventare leader unico”.
La sua è una analisi pro Renzi…
“Matteo Renzi intanto sui voti del centrodestra può continuare ad esercitare una certa fascinazione. Io ho sempre pensato che per il Terzo Polo non ci sia spazio, che al massimo potesse e possa fare da stampella al Pd. Matteo Renzi invece mi pare abbia detto un secco no ad Elly Schlein. Quindi se Calenda scegliesse quella strada, cosa faranno, mi interrogo, Cargagna, Gelimini e Giusy Versace?
Direttore, su questo lei si è già espresso. Renzi in qualche modo lo vede legato a Forza Italia, analizzando anche il momento particolare che attraversa il partito di Slvio Berlusconi.
“Beh io ovviamente Forza Italia la conosco bene. Considero Berlusconi un padre e un genio assoluto, ma credo anche che se Forza Italia vuole avere un futuro di successo, debba fare scelte precise e importanti. In realtà questo momento è arrivato da tempo. Magari quando Berlusconi, mettiamo tra 10 anni, si sarà stufato, ecco che Renzi potrebbe essere lui a ricostruire quell’area lì…”
Non ripone molta fiducia direttore nella figura di Tajani mi pare di capire…
“Antonio Tajani ora ministro, ha molti pregi e ottime doti come profilo istituzionale. E’ bravo a tessere rapporti con l’Europa, ma non ha capacità per tenere una leaderschip, non possiede carisma. In pù ha un gigantesco problema di comunicazione”
Oltre Tajani però non individua possibili eredi di Berlusconi in nessuno che oggi è dentro Forza Italia? Altrimenti non guarderebbe tanto fuori…
“I gruppi parlamentari di Forza Italia li conosciamo tutti, e dentro non vedo leader carismatici, brillanti e promettenti. Nel parco politico del partito penso solo ad Occhiuto, il governatore della Regione Calabria. Ma parliamo di un ottimo amministratore. Chi oggi dentro Forza Italia può fare concorrenza, oltre Berlusconi, a Meloni, Salvini, Schlein, Renzi e Calenda… Perchè i nomi sul palco sono quelli. Quindi tornando a Carlo Calenda e Matteo Renzi, mi pare che Calenda voglia alla fine un’alleanza col Pd e poi quando parla con l’elettorato di centrodestra finisce con l’offendere Berlusconi. Insomma vira a sinistra nonostante un partito, Azione, i cui componenti più importanti arrivano proprio da Forza Italia”.
Ultima domanda direttore. Chi tra Matteo Renzi e Carlo Calenda ne esce peggio in questa storia?
“Questa Accelerazione isterica penalizza Calenda. Renzi resta al centro dello scacchiere politico”.