“L’amarezza dei militanti e’ anche la mia: se ci fosse stato un motivo politico per rompere ce ne saremmo fatti una ragione”. E’ a Radio Leopolda, che il leader di Italia Viva, affida il giorno dopo la fine dichiarata al progetto del partito unico del Terzo Polo, la sua “verità”
C’eravamo tanto amati; divorzio all’italiana; il nostro amore appena nato è già finito e chi più ne ha più ne metta. A distanza di meno 24 ore dalla rumorosa rottura tra Azione e Italia Viva, tra Renzi e Calenda, con quest’ultimo che per primo annuncia la fine del progetto verso la costruzione di un partito unico, cosa resta dopo i botta e risposta, dopo gli attacchi social, le dichiarazioni, le interviste, le veline e le apparizioni in tv?
La proposta politica era: ci uniamo in un matrimonio di convenienza? La risposta alla prova dei fatti è stata: ci sciogliamo come neve al sole. Con quali prospettive? Con quali obiettivi? Il gruppo unico dei parlamentari alla Camera e al Senato resta o si scioglie appunto pure quello? E le alleanze e gli accordi in vista del prossimo appuntamento elettorale importante, quello delle europee del 2024 in quale direzione andranno?
In attesa di capire i nuovi equilibri al centro, il risultato evidente intanto è uno e uno soltanto: le opposizioni al Governo Meloni si frammentano ulteriormente e la maggioranza si sfrega le mani, anche se Forza Italia non può non guardare con “curiosità” alla separazione dei due “galli nello stesso pollaio”. Così disse ai microfoni di Notizie.com il capo dei deputati della stessa Forza Italia, Paolo Barelli. “L’amarezza dei militanti e’ anche la mia: se ci fosse stato un motivo politico per rompere ce ne saremmo fatti una ragione. Con Azione abbiamo avuto due line diverse sul Conte due. Ma io non voglio piu’ fare polemiche, ieri ho fatto solo un tweet, ho dimostrato in questi mesi di dare la massima disponibilita’. Io di piu’ non potevo fare, non c’e’ una motivazione politica per questa rottura”. Arrivano poi questa mattina le parole del leader di IV, Matteo Renzi, a Radio Leopolda. “Carlo ha deciso di convocare una riunione, sfissarla, farci sapere via stampa che il partito unico era morto, direi che e’ inutile adesso rinfacciarsi le responsabilita’, parliamo di futuro. Calenda non vuol fare il partito unico, e” un errore e una scelta unilaterale“.
Insomma come in tutti i matrimoni che arrivano al capolinea, siamo ancora nella fase in cui è presto per essere concilianti e parlare di assunzioni reciproche di responsabilità. Poi in politica si difende sempre la propria posizione e si addossa la colpa all’altro. Non si sottraggono a questo copione nemmeno Carlo Calenda e Matteo Renzi, che a Radio Leopolda dice ancora: “Ora chiedo a Italia Viva di non alimentare le polemiche, Calenda non vuol fare il partito unico, ma quello spazio politico esiste, quello della politica contro i populismi e i sovranismi. Noi siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione, soprattutto sui territori dico nessun fallo di reazione contro Azione. Sui gruppi parlamentari siamo disposti a lavorare assieme. Mi amareggia l’attacco personale nei miei confronti, ma andiamo avanti. Rilanceremo le nostre iniziative, dove si può uniamo“. Da leader vero, abituato ad essere colui che le mosse del cavallo le decide prima e le porta a compimento poi, il prossimo direttore editoriale del Riformista, detta la linea ai suoi. Lo spazio politico esiste, quello della politica contro i populismi e i sovranismi.
Un paio di ore dopo, Maria Elena Boschi ai microfoni di Agorà, ripeterà lo stesso mantra, con le stesse identiche parole. Cosi come la Boschi, non mancherà di porre l’accento sulle porte aperta di Italia Viva, pensando ovviamente alle europee, a chi vorrà riaccostarsi al progetto del centro. Renzi anche su questo aveva indicato la strada: “Noi siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione, anche con Azione, nei territori non dobbiamo fare nessun fallo di reazione, nei gruppi parlamentari andiamo avanti insieme, cerchiamo di fare tutto tranne i falli di reazione. No alle polemiche, nelle prossime settimane rilanceremo alcune iniziative e le nostre porte sono aperte ai liberali, popolari, liste civiche, +Europa. Noi dobbiamo lavorare insieme”.