La cucina italiana è tra le più rinomate e lo sottolinea il pluristellato chef Vissani: “Dobbiamo capire che è un patrimonio“
Il celebre chef e ristoratore italiano Gianfranco Vissani, da sempre molto attivo nel suo ambito e conosciuto in tutto il mondo, in esclusiva ai microfoni di Notizie.com ha commentato il momento che vive la cucina italiana, soprattutto dopo quanto accaduto per via della pandemia mondiale che ha messo in ginocchio, inevitabilmente anche la ristorazione. Lo chef pluristellato risponde direttamente dal lago, si trova a Luino, un comune italiano in provincia di Varese, in Lombardia, e approfitta del panorama mozzafiato per svelarci la sua visione sull’amata cucina del Bel Paese.
La cucina italiana è stata tra le più famose e apprezzate al mondo, ancora oggi riesce a mantenere questo valore?
“Non è certo un caso il fatto che l’abbiano inserita fra le candidature del 2023 nella lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. E in questo caso non si intende la cucina italiana ‘più alta’, bensì si parla, per esempio, della cassoeula milanese, dei tajarin che fanno in Piemonte o delle specialità siciliane. Non hanno promesso la cucina ‘diversa’, quella che è cambiata dopo il covid. Il virus ha portato a degli scenari impressionanti, ha cambiato tutto, anche in cucina; ha cambiato il modo di concepirla e di capirla“.
Quindi sono i piatti della tradizione che mantengono ad alti livelli la cucina italiana?
“Sono i classici ad aver preso piede, dalla zuppa di lenticchie di Cascia, alla minestra maritata che fanno a Napoli, fino agli gnudi toscani. Sono questi i piatti che dobbiamo riprendere“.
Tempo fa ci parlava dei rincari che hanno messo ko l’Italia intera, che momento vive ora la ristorazione del nostro Paese?
“Adesso la ristorazione è prezzata sui 35/40 euro mangiando ‘pizza e fichi’: è questa la realtà. Chi fa cene da 200 euro sa che l’italiano medio non può permettersi di andare a mangiare fuori con la famiglia e spendere 1.000 euro. Solo gli stranieri, i nababbi, consumano ormai a queste cifre. Tutto è rincarato e noi non ce la facciamo più. Chi ne paga le conseguenze è il cliente, quindi dobbiamo mantenere prezzi abbordabili. Ad oggi però il pesce di paranza, così come la carne di qualità, non rientra nei comuni prezzi”.
L’augurio in vista dell’estate qual è?
“Quello di comprendere che in Italia abbiamo prodotti fantastici. Spero che si torni a mangiare di gusto perché ‘l’Italia è gusto’, quindi, come dico sempre io, ridateci l’Italia. La cucina italiana è un patrimonio, dobbiamo capire questo. Dobbiamo tornare a tavola a magiare con qualità, approfittando anche della viticoltura che abbiamo. L’augurio è quello di riuscire a valorizzare la cucina presentando gli ottimi prodotti che possediamo“.