La morte di Julia Ituma ha ancora diversi punti da chiarire. In particolare, le autorità turche sono al lavoro per accertare un buco di tre ore e mezza.
Il mondo dello sport italiano è ancora sotto shock per la scomparsa di Julia Ituma, la pallavolista italiana morta in Turchia a soli 18 anni durante una trasferta con la Igor Novara. Un decesso che, come ribadito dal Corriere della Sera, ha diversi punti da chiarire. Le autorità turche da subito hanno parlato di un suicidio, ma sono ancora molte le cose da accertare partendo da un buco di tre ore e mezza che non convince le autorità locali.
In particolare, le telecamere dell’albergo riprendono Julia dalle 22:40 alle 23:50 di sera. Poi la pallavolista è rientrata in camera dove c’era la compagna di stanza Lucia Varela. Stando al racconto di quest’ultima, le due hanno parlato fino all’1:30 e da quel momento non si hanno più certezze. Il corpo è stato rinvenuto da alcuni dipendenti intorno alle 4 e quindi ora gli inquirenti sono al lavoro per accertare meglio l’accaduto.
Novara smentisce le indiscrezioni dei media turchi
Intanto da parte del club, che per il momento resta in silenzio stampa, arrivano delle prime smentite su quanto ricostruito dai media turchi. In particolare, Novara non ha assolutamente confermato il messaggio “arrivederci” che la giovane avrebbe mandato sul gruppo Whatsapp della squadra prima di togliersi la vita.
E iniziano ad esserci anche dei dubbi sul presunto litigio con un compagno di scuola. Insomma, tutte indiscrezioni che non trovano conferme e che infittiscono il giallo sulla morte di Julia.
Tra lunedì e martedì i funerali
In attesa di chiarire meglio cosa è successo quella sera e anche dei risultati dell’autopsia, la salma di Julia è attesa nelle prossime ore in Italia. Le sue compagne sono già tornate e lo stesso dovrebbero fare a breve i familiari della 18enne, che nelle scorse ore sono andate in Turchia per capire meglio l’accaduto.
I funerali della pallavolista azzurra sono previsti tra lunedì e martedì presso la chiesa di San Filippo Neri di Affori, parrocchia che ha permesso a Julia di iniziare a giocare a pallavolo nel proprio oratorio all’età di 11 anni.
