Ucciso per sbaglio, gesto dei killer fa infuriare famiglia della vittima

Ucciso per sbaglio, il gesto di chi gli ha tolto la vita, nei confronti della famiglia, fa infuriare questi ultimi

Ucciso per sbaglio dalla camorra
Giulio Giaccio (Ansa Foto) Notizie.com

L’uomo che vedete inquadrato in foto si chiamava Giulio Giaccio. Ed è stato assassinato più di 20 anni fa dalla camorra. Precisamente il 30 luglio del 2000. Solo che lui, in questo contesto, non c’entrava assolutamente nulla. Anzi, non conosceva nessuno che fosse affiliato. Si guadagnava da vivere facendo l’operaio. Una persona umile e voluta bene da tutti. Fino a quando un giorno fu sequestrato da dei finti poliziotti. In realtà erano uomini del clan Polverino. Prima gli spararono alcuni colpi di arma da fuoco e poi sciolto nell’acido. Si era trattato di un errore di persona. I mandanti volevano vendicare un torto subito da un boss detenuto.

Solamente che hanno preso la persona sbagliata che ha pagato con la vita. Un errore che non ha mai commesso visto che Giulio, con la camorra, non c’entrava assolutamente nulla. Una vicenda che, dopo tanti anni di distanza, ha trovato una svolta: mesi fa, infatti, la notizia dell’arresto delle persone che gli hanno tolto la vita. Non è finita qui visto che, nella giornata di oggi, ci sarà l’inizio della prima udienza nel Tribunale di Napoli. A quanto pare, però, i due imputati stanno cercando in tutti i modi di “scusarsi” per quello che hanno compiuto. Proponendo alla famiglia della vittima qualcosa in cambio.

Napoli, omicidio Giulio Giaccio: killer offrono soldi e immobili per evitare l’ergastolo

Ucciso per sbaglio dalla camorra
Carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com

Tre assegni dal valore di 30mila euro, un paio di immobili (dal valore di 120 mila euro) con garage incluso. E le scuse per una giovane vita spezzata. A quanto pare così sperano di cavarsela Salvatore Cammarota e Carlo Nappi, ovvero i killer che hanno ucciso Giulio Giaccio. Il tutto per poter evitare una condanna all’ergastolo. Questo è quello che fa sapere l’autorità giudiziaria e gli avvocati dei tre parenti della vittima.

Gli stessi che si sono costituiti parte civile nel corso del processo. Ovviamente nulla potrà restituire Giulio alla sua famiglia che non prende neanche per un istante, in considerazione, questa “offerta”. A confermare questa istanza respinta è uno degli avvocati, Alessandro Motta. L’obiettivo della famiglia è uno solo: ovvero quello di poter avere giustizia per la morte di un ragazzo perbene.

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