Il presidente del Consiglio ricorda il terribile rogo di Primavalle che 50 anni fa costò la vita ai due fratelli e tende la mano, ma arrivano poche risposte
Una delle storie più agghiaccianti della storia d’Italia durante gli anni di piombo. Cinquant’anni fa ci il rogo di Primavalle, uno degli episodi più crudeli e spietati di quel periodo così buio. La morte di un ragazzo di 22 anni e di suo fratello, un bambino di 8 anni, loro erano Virgilio e Stefano Mattei, avvolti dalle fiamme e ritrovati abbracciati quando il fuoco si spense. Fu un gesto vile da parte della Brigata Tanas di Potere Operaio fatto per colpire l’allora segretario della sezione del Msi, sottolinea il quotidiano Il Giornale. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, proprio in occasione di quanto era successo allora e del clima d’odio che ancora persiste oggi, ha parlato di quello che successe, inviando un messaggio a Giampaolo Mattei, presidente dell’associazione Fratelli Mattei.
Parole che avevano e hanno l’intenzione di tendere la mano, di provare a parlare e dialogare, ma dalla sinistra non è che parlino in tanti. Anzi pochissime voci e quasi tutte di circostanza. Uno dei pochi a ricordare e onorare i due fratelli è il senatore del Pd Walter Verini. «Erano gli anni dell’odio, come ha correttamente sottolineato il senatore Verini in Senato. Le cicatrici delle profonde ferite subìte ne sono il segno concreto e, spesso, tornano a far male. Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare. Non possiamo restituire la vita ai troppi giovani che l’hanno sacrificata a un’ingiusta violenza. Quello che possiamo fare è tenere viva la memoria e condurre l’Italia verso una piena e vera pacificazione nazionale».
Nella capitale ci sono state tante manifestazioni per ricordare i due fratelli, morti nel rogo di Primavalle. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha deposto una corona d’alloro e tre corone di fiori sul luogo della strage, con l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, il ministro Gennaro Sangiuliano, Fabio Rampelli e Maurizio Gasparri. Nello stesso posto era presente anche la sorella di Virgilio e Stefano, Antonella Mattei. In Campidoglio c’è stata la cerimonia organizzata dall’Associazione Fratelli Mattei. “Quegli anni di stragi nere e depistaggi e di insorgente terrorismo rosso, furono anche gli anni dell’odio che vide vittime decine di ragazzi, morti assassinati, come nemici da abbattere. A destra, come i fratelli Mattei, Paolo Di Nella, a sinistra, come Valerio Verbano, Walter Rossi, Luigi Di Rosa e tanti altri».
Insomma tante manifestazioni e tante parole per cercare di trovare pace e onorare la memoria di due persone innocenti. Un modo per provare a ricordare quell’odio e tentare di stemperare tutto da una parte e dall’altra. Messaggi importanti da parte del presidente del Consiglio Meloni, ma da sinistra solo poche voci, ma quelli più importanti restano in silenzio. Anzi se ne alza qualcuna che era meglio rimanesse in silenzio, come quella dell’ex brigatista Piccioni che ricorda: “Tutte queste cose, tutte queste belle parole sono solo propaganda, Primavalle fu un incidente non una manifestazione d’odio“. Allo stesso modo parla Oreste Scalzone, co-fondatore di Poter Operaio: “Parole di Meloni sono una moneta falsa, non è vero quello che dice”. E anche qui da sinistra, dopo queste parole, c’è ancora il silenzio. Non proprio una bella figura a pochi giorni dal 25 aprile, dove l’atmosfera sarà ancora più intensa. E forse è proprio quello che si vuole e si cerca.