Il Presidente del Coni addolorato per la morte della giovane pallavolista che si è suicidata a Istanbul a soli 18 anni. Era impegnata nella semifinale di Champions League con la sua squadra Igor Volley Novara: “Ma non bisogna circoscrivere il grave episodio al mondo dello sport”
Una tragedia che ha scosso l’Italia, non solo il mondo dello sport. Il suicidio di Julia Ituma, promettente pallavolista di 18 anni della Igor Volley Novara, ha sconvolto e continua a far parlare, tra amarezza e accuse, tra interrogativi e aspetti che non tornano. Resta il dolore, soprattutto nel giorno dei funerali. Quello ora è evidente a tutti, a differenza di prima.
Giovanni Malagò, al termine della ventesima edizione del Premio Brera svolto a Milano, ha commentato la triste vicenda ai microfoni dei cronisti presenti: “Le parole servono a poco e spesso sono fuori luogo”, ha cominciato il presidente del Coni. “Ho avuto un lungo incontro telefonico con l’allenatore, volevo sapere da chi era sul posto la realtà dei fatti. Non le opinioni. Senza voler mancare di rispetto a nessuno, a caldo ho letto delle cose assolutamente smentite da quello che era il contesto“.
Sguardo impietrito, Malagò non ha voluto racchiudere il grave episodio nei confini del mondo dello sport: “Era un ragazza così giovane…”, ha proseguito. “La verità è che nessuno aveva capito questo stato di dolore, di ansia e di sofferenza. Che però penso sia molto sbagliato da identificare e circoscrivere al mondo dello sport, questo è un problema della società in assoluto. Soltanto che il fragore è impressionante quando avviene a una ragazza conosciuta e importante, che ha una grande popolarità grazie alla pallavolo femminile”.
Julia Ituma è caduta dal sesto piano dell’hotel di Istanbul dove alloggiava con la sua squadra, rientrata in albergo dopo aver giocato la semifinale di Champions League. I risultati dell’autopsia hanno confermato il suicidio, eppure rimangono ancora tanti punti interrogativi sulla sua morte. Le telecamere a circuito chiuso dell’hotel l’avevano ripresa particolarmente scossa intorno alle 22.30. Poche ore dopo si è materializzata la tragedia che nessuno aveva previsto, neanche lontanamente. È il rammarico maggiore di Malagò, appunto. E di tutte le persone che le volevano bene.