Il famoso fisico dell’Università di Tours parla a La Verità: “Da qui al 2050 si alzerà di 0,2 gradi, c’è tanta, troppa disinformazione sul clima”
«Le principali città europee saranno sommerse dall’innalzamento dei mari, mentre la Gran Bretagna sprofonderà in un clima siberiano entro il 2020» era e resta un famoso titolo del Guardian del 2004 che a rivederlo oggi appare piuttosto allarmistico per non dire altro di peggio. Il quotidiano La Verità ha riproposto il titolo in questione e ha chiesto al professor François Gervais, fisico e professore emerito presso l’Università di Tours, specializzato in termofisica, emissività termica, effetto serra della CO2. Uno scienziato che può vantare 286 pubblicazioni, di cui 243 in riviste internazionali peer-reviewed. «Sul clima c’è tanta disinformazione. Le emissioni umane di Co2 dell’Italia? Beh, ammontano a circa l’1% di quelle mondiali. I principali emettitori sono la Cina, seguita da Usa, India e Russia».
Si è parlato e dibattuto molto sull’influenza che possano avere la Terra e gli oceani sulla CO2. «Perfino secondo l’Ipcc (intergovernmental panel on climate change, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa della valutazione scientifica dei cambiamenti climatici, ndr) la terra e gli oceani hanno assorbito una percentuale quasi costante (globalmente circa il 56% all’anno) delle emissioni di CO2 derivanti dalle attività umane negli ultimi sei decenni». la risposta del fisico Gervais che sembra quasi avere la missione di poter educare la gente che tanto si preoccupa sulle condizioni del clima.
Eppure dai lockdown mondiali, la concentrazione di CO2 potrebbe aver avuto una misurazione del tutto diversa rispetto al solito. Durante le chiusure, infatti, c’è stata senza ombra di dubbio una riduzione notevole delle attività umane, dal traffico alla produzione industriale. «La concentrazione di CO2 nell’atmosfera, misurata dall’osservatorio di Mauna Loa, mostra un aumento continuo e ininterrotto», serafico il professor Gervais.
Anche la variazione della temperatura globale è strettamente collegata alla concentrazione di CO2 dall’inizio dell’era industriale, nel senso che da quel momento c’è stata di sicuro un’impennata. «L’impatto effettivo rimane molto controverso. La temperatura media della Terra misurata dalle stazioni meteorologiche, e poi dai satelliti a partire dal 1979, è effettivamente aumentata di 0,6 gradi centigradi dal 1910 al 1945, ma la concentrazione di CO2 e il suo aumento erano troppo bassi per spiegarlo»