Il custode del dicastero dell’Istruzione e del Merito è intervenuto al convegno della Gilda per gli insegnanti: “2 miliardi e 100 mln di euro non tantissismi”
Quando parla non è mai banale anche se a volte, forse, sarebbe meglio soprassedere e andare oltre. Ma Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, non è ancora un politico di razza col pelo sullo stomaco e spesso quello che pensa, dice senza filtri e senza alcun problema a dirlo. E così, quando è intervenuto al convegno organizzato dalla Gilda per gli insegnanti (il sindacato dei docenti) “Costruire il futuro della scuola” non ha avuto problemi ad esprimere i suoi concetti sulle risorse che potrà avere da qui a breve per riorganizzare il settore scolastico.
“Abbiamo 2 miliardi e 100 mln di euro di Pnrr, e probabilmente la pianificazione di questi interventi avrebbe dovuto essere più accorta, perché abbiamo dovuto ricavare risorse per gli arredi, su cui il Pnrr non ci consentiva di intervenire“, ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Che al prossimo consiglio dei Ministri presenterà la sua informativa su come dovrà essere rivoluzionata la scuola. Una riforma che, a suo parere, farà molto discutere, ma il ministro ci crede tantissimo e la porterà avanti anche con tutte le polemiche.
Il tema della formazione è molto importante per il Ministro Valditara, da qui riparte la sua rivoluzione, tanto che tra pochissimo presenterà la sua informativa, ma approfondisce: “L’apporto dell’intelligenza artificiale è un bene ma allo stesso tempo deve essere maneggiato con cura. Ma anche sulla digitalizzazione, tutti strumenti che servono per la formazione“.
Ad un patto però che questi strumenti non siano loro a governare gli studenti, la classe e perché no anche a condizionare il corpo degli insegnanti che spesso si vedono costretti ad interagire con i ragazzi con il cellullare. “Non accetto che il cellullare possa essere un’occasione o uno strumento e un momento ulteriore per non rispettare il docente. Se un insegnante spiega non ci possono essere ragazzi che giocano con il cellullare o che guardi un film mentre in aula si spiega. ebbene vanno bene questi strumenti, ma a governarli deve essere e sarà solo il docente, non certo i ragazzi”