Il Senato ha approvato. Dopo quasi due mesi di discussioni, ieri Palazzo Madama ha dato il via libera al cosiddetto decreto Cutro. Oltre al restringimento della Protezione speciale, il decreto prevede il potenziamento degli hotspot, e per molti una riedizione dei decreti sicurezza.
“Recupera lo spirito e l’efficacia di quanto avevo fatto da ministro dell’Interno, rimediando a gravi storture introdotte dalla sinistra“, così Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha commentato l’approvazione in Senato del cosiddetto decreto Cutro.
Dopo quasi 2 mesi di dibattiti, discussioni, divisioni anche interne alla maggioranza. Insomma il più soddisfatto era ed è lui, l’ex ministro dell’Interno perchè questo decreto a detta di molti, quasi tutti, è tutto sommato la riedizione dei decreti sicurezza. Anche se a Fratelli d’Italia, la lettura del decreto Cutro come appunto riedizione dei decreti Salvini poco piace e poco è piaciuta.
Oltre al restringimento della Protezione speciale, il decreto prevede il potenziamento degli hotspot, l’affidamento della gestione del centro di Lampedusa alla Croce Rossa, il potenziamento del trasporto marittimo dei migranti, alcune limitazioni all’accoglienza di Retesai gestita dagli enti locali. Ora, spetterà alla Camera. Il decreto scade il 9 maggio, intanto proprio ieri l’Europarlamento ha approvato il mandato a negoziare con il Consiglio su alcuni «pacchetti» tra cui quello cruciale di gestione dell’asilo e della migrazione. In sostanza, il regolamento che dovrebbe nascerne stabilirà come Stati e Unione dovranno interagire per gestire la questione immigrazione, dalla revisione dei criteri di Dublino fino alla solidarietà vincolante con i paesi soggetti a pressioni migratorie.
Valerio Nicolosi, giornalista, inviato per la trasmissione Controcorrente e scrittore in libreria in questo momento con “Il gioco sporco. L’uso dei migranti come arma impropria” ha risposto in esclusiva alle domande di Notizie.com
Valerio, l’immigrazione è materia tua. Cosa pensi dell’approvazione in Senato del decreto Cutro che contiene anche la riduzione della protezione speciale?
“Devo studiare attentamente il testo definitivo, ma ovviamente ho seguito bene anche le polemiche nate in questi giorni che hanno portato fino alla approvazione del testo. Mi pare evidente che questo governo abbia fatto tutta una campagna incentrata sulla chiusura dei porti, sul blocco navale e che invece ora abbia ben chiaro che i flussi migratori non possano dipendere e non siano influenzati dai governi, ma da questioni umanitarie e condizioni geopolitiche…”
Quindi?
“Quindi penso ovviamente al tema della riduzione della protezione speciale, al fatto che abbiano stretto le maglie. Lo hanno dovuto fare anche perchè il Quirinale guardava con attenzione al tema costituzionale. Ecco mi pare di capire che FDI oggi debba fare per forza sintesi e non possa più presentarsi più come “opposizione” e di conseguenza media tra le parti, mentre Salvini con la Lega si esprime come partito di lotta e di governo”.
Concetto chiaro, che si potrebbe applicare anche ad altre cause. Nel caso dell’immigrazione a cosa guarda però ad esempio la Lega pensando a chi la sostiene?
“Alla propria base sociale, agli imprenditori, agli agricoltori ovvero a coloro che chiedono manovalanza, manodopera. Si insiste col parlare oggi di decreto flussi, che in realtà esiste dagli ’90 ma che non ha mai funzionato. Insomma, mi pare di poter dire che il governo agisca come fosse in mezzo ad una trappola!”
Spiegaci meglio
“Certo, perchè da una parte il nostro Paese dovrebbe aprire ai lavoratori, ai migranti che devono entrare in Italia per motivi di lavoro appunto, e dall’altra i partiti di maggioranza devono rispondere alla pancia del popolo che chiede la chiusura dei porti. Sono nel pallone. Guardiamo alla emergenza umanitaria della Tunisia, attaccata a casa nostra praticamente. Dista solo 8 ore di navigazione con un barchino. Ecco se noi riuscissimo a tenere insieme i due aspetti, cioè popolo in fuga e necessità di forza lavoro avremmo risolto in buona parte il problema”.
Come si converge e si risolvono fuga e lavoro?
“Dando possibilità attraverso l’integrazione, facendo lavorare queste persone che in Italia, diciamocelo tranquillamente senza ipocrisia, andrebbero fare quei “mestieri” che noi italiani non vogliamo più fare. Invertire in sostanza quello che viene detto e concesso ora: entri solo se hai un lavoro. Intanto mettiamo una toppa, diamogli i documenti e diamogli la possibilità di fare. Non puoi respingere e dare poi 4mila visti alla Tunisia, intanto perchè dobbiamo rispettare le leggi internazionali e smettere di fare propaganda!”
E le opposizioni come stanno agendo, che posizioni stanno assumendo secondo te? Parlo soprattutto del Pd di Schlein…
“Mi chiedo quale sia la posizione del Pd…E’ contro il decreto Cutro, ma che significa nei fatti questo? Certo magari è presto per chiedere alla Schlein di avere o proporre una soluzione in netta discontinuità col passato, perchè vorrei fosse chiara una cosa, nelle ultime 5 legislature il Partito Democratico ha agito, da Minniti in poi, in linea con gli atti assunti oggi da questo governo di centrodestra. Si… poi mi pare di capire che questo Pd chieda all’Europa la revisione dei trattati di Dublino”.
Che poi quanto non si è fatto in Europa fino ad oggi è un po’ la chiave di lettura contenuta nel tuo libro “Il gioco sporco. L’uso dei migranti come arma impropria”.
“Sì il libro denuncia come l’Europa abbia sempre sempre agito per parlare alla pancia dei suoi Pesi membri e non abbia optato mai per scelte lungimiranti: redistribuzione automatica del pil e ripartizione delle quote di migranti. Le torture che descrivo nel libro si risolvono non chiudendo le frontiere, ma redistribuendo. Cito due numeri che danno l’esatta misura della cosa e che colpiscono sempre: 5 milioni di ucraini sono stati accolti in 4 mesi grazie alla libera circolazione e alla quote obbligatorie. La popolazione europea è di 445 milioni di persone. Cosa sono 300mila arrivi rispetto a 445 milioni?”.