Sudan, altro che tregua: si continua a combattere anche a fine Ramadan

Altro che tregua in Sudan: nel Paese nordafricano si continua a combattere anche verso la fine del Ramadan

Situazione complicata in Sudan
Sudan (Ansa Foto) Notizie.com

Nelle ultime ore era stata annunciata una tregua per tre giorni. 72 ore senza combattimenti né altro. Ed invece in Sudan si continua a sparare. Il clima rimane sempre teso e la situazione si fa decisamente preoccupante. Il numero delle vittime, tra militari e civili, sale sempre di più. Stesso discorso vale anche per i feriti. Ospedali in affanno. Continua la lotta tra l’esercito del Paese e le forze del supporto rapido (RSF). Nelle ultime ore si è intensificata, sempre di più, la notizia che il gruppo mercenario russo Wagner abbia fornito dei missili alle forze di supporto.

Ad annunciarlo sono state alcune fonti diplomatiche e regionali del Paese in una intervista rilasciata all’emittente televisiva ‘CNN‘. Missili “terra-aria” che hanno rafforzato i combattimenti del gruppo paramilitare di Mohamed Hamdan Dagalo. Quest’ultimo continua il conflitto contro il generale Abdel Fattah al-Burhan, capo militare del Sudan. A quanto pare, al confine con la Libia, ci sarebbe un generale sostenuto da Wagner che sta controllando parti del territorio. Si tratta di Khalifa Haftar. La conferma arriva direttamente da alcune immagini satellitari. Un vertiginoso aumento delle attività nelle basi Wagner.

Sudan, continuano i bombardamenti: tensione altissima

Situazione complicata in Sudan
Sudan (Ansa Foto) Notizie.com

Nel frattempo sono state segnalate notizie di bombardamenti in alcune aree di Khartoum. Il tutto dopo l’annuncio di un “cessate il fuoco” che non è stato rispettato. Colpi di arma da fuoco a partire dalle ore 6 di questa mattina. L’RSF aveva annunciato, con un comunicato, che la tregua coincideva con il benedetto ‘Eid Al-Fitr‘, con lo scopo di poter aprire dei corridoi umanitari ed evacuare i cittadini. A quanto pare non è servito il disperato appello da parte del segretario generale della Nato, Antonio Guterres ed il segretario di Stato americano, Antony Blinken.

Questi ultimi due avevano chiesto il “cessate il fuoco” per almeno 72 ore. In modo tale da celebrare la fine del Ramadan nel Paese. Nella notte, però, alcune aree di Khartoum sono state bombardate. Gli scontri, quindi, non si fermano affatto nel Paese. Continui colpi di arma da fuoco e raid aerei. Nel frattempo, nel Sudan, arriva la testimonianza di alcuni italiani. Sono almeno 250 coloro che si trovano nel Paese. Secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera‘ pare che i due eserciti sparano anche a pochi passi dall’ospedale, dove si trovano i nostri connazionali.

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