L’altro Vujadin Boskov, tra pedinamenti e multe salatissime

L’allenatore è stato un personaggio unico nel mondo del calcio, che ha saputo ottenere grandi risultati attraverso metodi non convenzionali. Anche se la sua metodologia potrebbe essere considerata discutibile, ha dimostrato che la disciplina e l’attenzione alla vita privata dei giocatori possono essere fattori determinanti per il successo di una squadra

Vujadin Boskov, il celebre allenatore serbo originario di Begec, non era solo un allenatore di calcio, ma anche un investigatore privato che non esitava ad agire come una spia per controllare i suoi giocatori. Tra il 1979 e il 1982, quando era alla guida del Real Madrid, Boskov condusse una doppia vita: allenatore di giorno e agente speciale di notte. Era determinato a mantenere i suoi giocatori sulla retta via, anche se ciò significava spiare la loro vita privata. Ecco perché era molto attento alla vita notturna dei suoi giocatori e usava metodi particolari per tenere traccia dei loro spostamenti.

Boskov
Vujadin Boskov, ex allenatore tra le altre di Roma, Sampdoria e Real Madrid (Ansa)

Come raccontato in un articolo su “Il Giornale”, una volta, dopo una partita a Mallorca, si nascose dietro una palma in un hotel dove si era fermata la squadra e spiò i suoi giocatori mentre rientravano dalla porta secondaria: “Al Real – confessò anni dopo la sua esperienza a Madrid – controllavo Juanito più di tutti. Conosceva bene ambiente di Madrid e aveva amica oltre moglie. Amante, si chiama? E io controllare sempre. Una volta dopo partita in notturna Mallorca-Real Madrid ci fermiamo a dormire. Lascio tutti liberi fino ventitrè ore e trenta minuti poi mi nascondo dietro palma in hall di albergo. Chiudono porta principale e giocatori non tornano. Poi, di notte, rientrano da porta secondaria e io, nascosto, spio e faccio lista nera. Mattina dopo presento allenamento e dico: tu rientrato ore due e trenta minuti, pagare 20 mila pesetas di multa; tu rientrato ore tre paga quello“.

Boskov e il racconto di Mihajlovic

Anche quando si trasferì alla Sampdoria tra il 1986 e il 1992, Boskov mantenne gli stessi metodi, controllando i suoi giocatori attraverso telefonate notturne e spie. La sua rete di informatori gli forniva orari e spostamenti dei calciatori, che poi venivano multati se non si comportavano in modo adeguato. In quell’esperienza ha multato giocatori come Attilio Lombardo, Gianluca Vialli e Roberto Mancini per comportamenti inappropriati. Con la sua disciplina ferrea, Boskov ha ottenuto risultati positivi con le sue squadre.

Vujadin Boskov
Vujadin Boskov, scomparso il 27 aprile 2014 (Ansa) – Notizie.com

C’è un episodio molto particolare che mette in mostra però alcune lacune del metodo investigativo di Vujadin e lo ha raccontato da Sinisa Mihajlovic. Il periodo è il 1992, quando i due erano insieme alla Roma: l’allora giocatore era a cena fuori con Caniggia, con coprifuoco fissato alle 23.30 Quando Sinisa tornò a casa, la governante che lo aspettava sulla porta lo avvertì subito: “Ha chiamato Boskov“. Il giocatore era tornato pienamente in orario, ma la mattina dopo l’allenatore è furioso: “Voi non siete professionisti, fate tutti come vi pare“. Mihajlovic provò a difendersi, ma non bastò per placare la rabbia dal tecnico, che poi salvò solo uno del gruppo: “Soltanto da Claudio (Caniggia, ndr) dovete prendere esempio! Lui sta sempre a casa“. Tutti iniziarono a ridere e l’allenamento riprese. Mihajlovic se la prese con Caniggia chiedendogli spiegazioni e l’argentino rispose così: “Si amico, è che io gli ho dato il numero di cellulare“.

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