La presenza di Matt Damon in Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg ha delle precise motivazioni, ma qualcosa sconvolse i piani del leggendario regista.
Quando si parla di film di guerra, è difficile non citare Salvate il soldato Ryan che, tuttora, a quasi venticinque anni dalla sua uscita (1998), è considerato uno degli esponenti più riusciti del genere.
Il successo del capolavoro diretto da Steven Spielberg, è il frutto di uno studio maniacale di ogni singolo dettaglio e, tra gli elementi più significativi, vi è senza dubbio la meticolosa scelta del cast.
In particolare, Spielberg selezionò accuratamente il suo soldato Ryan, andando a scegliere un giovanissimo Matt Damon. I motivi dietro a questa consapevole scelta sono principalmente due: il primo è ascrivibile molto banalmente alla fisionomia dell’attore, che nei piani di Spielberg avrebbe dovuto incarnare perfettamente l’ideale di giovane statunitense, così da permettere a più americani possibili di empatizzare con il personaggio. Inoltre, il regista di Prova a Prendermi (2001), credeva che, se l’attore scelto fosse stato sostanzialmente sconosciuto, il senso del ruolo sarebbe stato perfettamente rispettato.
Sulla carta, Matt Damon avrebbe rispettato perfettamente entrambi i requisiti, ma accade qualcosa che sconvolse le accurate analisi di Spielberg. Se sui lineamenti straordinariamente statunitensi, Damon non potè far altro che rispettare le attese del regista, sul secondo punto ci fu un totale ribaltamento. Difatti, tra la fine delle riprese di Salvate il soldato Ryan e l’uscita in sala, Damon fu travolto dalla fama di Will Hunting – Genio Ribelle: il film, nato da una coraggiosa proposta di Damon e di un giovanissimo Ben Affleck, invase le sale cinematografiche di tutto il mondo, riscuotendo un successo totalmente inaspettato. L’eco mediatica ricevuta, seppur antitetica all’obiettivo iniziale di Spielberg, diede al film un ulteriore boost sul piano commerciale, consacrando definitivamente Matt Damon tra gli attori più popolari degli anni novanta.