Promessa in sposa in cambio di denaro e costretta a fare l’elemosina davanti al supermercato frequentato da amici e insegnanti, arrestati i due genitori di 36 e 41 anni
Aveva tentato il suicidio in più di un’occasione. Da anni lei e i suoi 12 fratelli erano costretti in una condizione di schiavitù dai genitori, due bosniaci di 36 e 41 anni. La ragazzina è stata salvata dalla polizia del commissariato di San Basilio che ha arrestato i suoi aguzzini. Ora si attende l’esito dell’udienza preliminare.
Costretta a fare l’elemosina davanti ai luoghi frequentati da amici e insegnanti. Promessa sposa in cambio di denaro a soli 14 anni e picchiata per costringerla a non rivelare nulla di tutto questo. Questa le ultime violenze subite dalla giovane 14enne ridotta in una condizione di schiavitù dai genitori così come i suoi 12 fratelli costretti con la forza a procurare soldi per i bisogni della madre e del padre. Si è salvata grazie all’aiuto delle insegnanti della scuola che amava frequentare e dove spesso non poteva recarsi a causa delle regole e degli obblighi imposti dai genitori. Dopo aver tentato il suicidio in più di un’occasione è riuscita a sfogarsi con i suoi professori che hanno denunciato tutto al commissariato di polizia di San Basilio a Roma. I due genitori, arrestati, sono ora sottoposti a custodia cautelare, tra una settimana il giudice dell’udienza preliminare dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per i reati di riduzione in schiavitù e lesioni personali gravi.
La giovanissima, come i suoi fratelli, era costretta a rispettare le rigide regole imposte dai genitori per procurare loro il denaro utile ai propri bisogni. Averla promessa in sposa in cambio di denaro contro ogni sua volontà non era bastata tanto che la giovane veniva costretta a fare l’elemosina davanti al supermercato di zona frequentato dai genitori dei compagni di classe e dagli insegnanti. La svolta proprio grazie a quest’ultimi capaci di denunciare tutto alla polizia nonostante le continue violenze subite dalla 14enne in occasione delle sue “confessioni” con i professori.
La coppia è in stato di fermo dallo scorso novembre, l’uomo è in custodia cautelare in carcere, la donna è agli arresti domiciliari, mentre i 13 figli della coppia sono stati allontanati. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare redatta sulla scorta delle indagini coordinate dalla Dda di Roma i due, di origine bosniaca, “usavano la violenza per costringere i figli contro la loro volontà a procurare loro il necessario sostegno economico per soddisfare i propri interessi”. A nulla sono valsi negli anni i continui segni di disagio e di disapprovazione dei figli costretti con la violenza a rispettare le rigide regole. Nei prossimi giorni l’udienza preliminare deciderà sulle sorti del processo, nel frattempo la 14enne e i 12 fratelli sono stati affidati ai servizi sociali.