Nelle ultime ore è arrivata anche la confessione da parte del killer che ha ucciso un uomo nel pomeriggio di ieri, martedì 25 aprile
Alla fine è arrivata anche la confessione da parte dell’uomo che, nel pomeriggio di ieri, ha ucciso un uomo con un colpo di pistola. Il killer, Filippo Giribaldi, ha tolto la vita a Manuel Di Palo a Genova. L’aggressore, un portuale no vax, ha svelato agli inquirenti di essere stato lui ad uccidere la vittima (ex militante di CasaPound della Liguria). Spiegando anche il motivo del suo folle gesto. Nel corso dell’interrogatorio ha spiegato, davanti alla pm Eugenia Menichetti, che ha compiuto questa azione per gelosia. Da qualche settimana, a quanto pare, stava frequentando una donna. La stessa che stava uscendo anche con Di Palo.
La donna avrebbe detto al killer che voleva liberarsi di lui e di un suo amico. Questi ultimi due, secondo il racconto del killer, le davano la droga. Una lite che è iniziata proprio nell’abitazione della donna. Poi terminata in via Polleria dove è avvenuta la tragedia. Sul posto, gli investigatori della squadra mobile, hanno trovato un chilo di cannabis. Giribaldi dovrà essere interrogato anche dal gip per la convalida del suo arresto. La stessa che, però, non è stata ancora fissata. A comunicarlo il suo legale, Paolo Scovazzi.
Nel frattempo, la Procura di Genova, ha disposto accertamenti sulla pistola utilizzata dal killer. Si tratta di una ‘Beretta’ calibro 22. A quanto pare l’arma non avrebbe la matricola abrasa, ma sarebbe del tutto illeggibile. Giribaldi ha spiegato di averla trovata un anno fa nel parco del Peralto. Non solo: ha affermato di portarla con sé per andare a comprare la droga visto che, anni fa, era stato rapinato e la utilizzava per difendersi. Ricordiamo che nel pomeriggio di ieri il killer si era presentato nell’abitazione della sua amica.
Dove erano presenti proprio la vittima ed un suo amico. Proprio quest’ultimo ha litigato prima con Giribaldi per strada. L’aggressore ha prima sparato un colpo contro il muro. Un avvertimento per la coppia che sarebbe dovuta andarsene. Fino a quando l’amico non è risalito per avvisare Di Palo che ha seguito proprio Giribaldi insultandolo e urlandogli contro. Fino a quando non si sono uditi due colpi di pistola. Uno ha colpito a morte la vittima. Nel corso dell‘interrogatorio ha spiegato di essersi pentito e dispiaciuto di aver ammazzato un uomo.